Alla scoperta dei tesori del rione di Maggianico
Santini (FAI Lecco): “Due giorni di risveglio culturale”
LECCO – Si terranno nel quartiere di Maggianico le Giornate FAI di Primavera 2021. L’appuntamento è per il 15 e il 16 di maggio. “Siamo lieti di annunciare l’iniziativa che lo scorso anno non si è potuta tenere a causa dell’emergenza sanitaria – ha commentato Gaetana Santini, capo-delegazione Fai di Lecco durante la presentazione della due giorni – le Giornate di Primavera sono forse l’evento più importante per il FAI e quest’anno assumono un alto valore simbolico, segnando un risveglio culturale atteso da molti”.
La scelta di Maggianico, come spiegato, rientra nell’ambito del progetto ‘Letteratura in scena’ frutto della collaborazione con ResMusica, l’Aicc, l’Associazione Giuseppe Bovara e la Provincia di Lecco, già avviato con la mostra dedicata ad Antonio Ghislanzoni allestita nel 2019 a Villa Monastero e dedicata alla memoria della ricorrenza dei 150 anni della prima rappresentazione dell’opera ‘I Promessi Sposi’ composta dal maestro palermitano Errico Petrella, andata in scena presso il Teatro della Società di Lecco.
“Maggianico – ha ricordato Santini – è stato un borgo particolarmente attivo dal punto di vista culturale, tanti i personaggi di spicco e gli artisti che qui soggiornarono. Villa Gomes è uno dei luoghi più evocativi della Scapigliatura milanese, insieme alla Casa Ghislanzoni, ma tanti altri luoghi meritano di essere visitati e scoperti. Speriamo di vedere tante persone, nel rispetto e nel limite delle normative anti contagio che ovviamente saranno osservate con rigore”.
Visite solo su prenotazione, ecco come fare
Le visite ai beni saranno consentite solo previa prenotazione obbligatoria tramite il portale www.giornatefai.it Nei beni che verranno aperti sono previsti gruppi a numero chiuso che partiranno a orari prestabiliti (obbligatorio presentarsi almeno dieci minuti prima, una volta cominciata la visita non sarà possibile aggregarsi). Le visite ai singoli beni comporteranno in fase di prenotazione un’offerta minima di 3 euro destinata esclusivamente alla manutenzione e alla cura dei beni che il FAI ha già riaperto al pubblico con grandi sforzi organizzativi.
Cosa visitare
Di seguito l’elenco dei luoghi che si potranno visitare durante le Giornate di Primavera.
- Tre chiede per un paese. La visita, curata dagli studenti del Liceo Artistico “Medardo Rosso” di Lecco, partirà dal piccolo oratorio di S. Antonio di Padova, piccolo gioiello sconosciuto ai più che si trova nella parte antica di Maggianico, fondato al chiudersi dei Seicento da un lontano zio di Alessandro Manzoni. Conserva un altare in stucco e, soprattutto, il silenzio e la tranquillità delle nostre chiese rurali. Si visiterà a seguire il cantiere di restauro della chiesa parrocchiale di S. Andrea, accompagnati dal progettista e dagli studenti del Politecnico; e l’oratorio di S. Rocco, disegnato all’inizio dell’Ottocento da Giuseppe Bovara.
- Villa Gomes. Sede del Civico Istituto Musicale “Giuseppe Zelioli”, nasce come prestigiosa villeggiatura del compositore brasiliano Antonio Carlos Gomes. Sarà visitabile l’interno dove, oltre ad alcuni strumenti storici, si trova un’importante biblioteca e collezione si testi e spartiti musicali, tra le più complete in Lombardia. Durante le Giornate FAI gli alunni della scuola terranno dei piccoli concerti all’interno del salone-serra che sarà possibile ascoltare stando all’esterno.
- Mostra delle collezioni di foto Moldenhauer (visita libera a piccoli gruppi senza prenotazione dalle 9 alle 18). Il Circolo Figini (via Dell’Armonia 5) organizza durante le Giornate FAI una mostra di alcune tra le più belle fotografie della collezione Moldenhauer ritraenti la Maggianico di fine Ottocento;
- Collezione di fortepiani d’epoca (solo per aderenti FAI). Una delle sorprese di queste Giornate FAI è la collezione di fortepiani del Maestro Andrea Cantù comprendente, tra gli altri, uno square-piano del 1770 del glorioso marchio londinese Longman & Broderip fino al più recente Erard mezza coda del 1930 appartenuto al compositore Felice Boghen, passando attraverso un paio di grancoda Boesendorfer, uno dei quali firmato e suonato da Rossini. Le visite (due al sabato pomeriggio e due la domenica mattina) saranno tenute dallo stesso collezionista che illustrerà e animerà, suonandoli, i preziosi strumenti;
- Casa Ghislanzoni, Monzini, Mauri, Invernizzi (solo per aderenti FAI). Durante le Giornate ci sarà l’opportunità di aprire eccezionalmente per la prima volta al pubblico, grazie alla liberalità della famiglia Invernizzi che ne è oggi fortunata proprietaria, il palazzo appartenuto agli avi di Antonio Ghislanzoni. Un edificio che è palinsesto di ampliamenti e riforme attuate dal Cinquecento fino al primo Novecento. L’affermazione sociale della famiglia Ghislanzoni, avvenuta grazie al notariato e a commerci con la Germania, si riflette nel percorso monumentale: atrio porticato, salone con bizzarro ciclo decorativo a soggetti mitologici, scalone di vaste dimensioni, galleria dipinta al primo piano, sala di musica affrescata a finto sfondato con balaustre e strumenti musicali. L’impianto distributivo è rimasto pressoché congelato al primo Novecento: sopravvivono intatte la cucina, la cantina e la stanza con lo splendido torchio in legno – caso più unico che raro nel Lecchese;
- Nucleo di Barco: una passeggiata da fiaba (visita libera autonoma). La frazione di Barco conserva commoventi e genuini brani urbani: cortili, porticati rustici, passaggi sopraelevati, arcaici muri in pietra, portali barocchi inseriti in edifici colonici e, fra gli angoli suggestivi, una piccola cascata chiusa tra i caseggiati con vecchio lavatoio.