Riforma sanitaria, centrosinistra all’attacco. Anche Gattinoni firma coi sindaci

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I sindaci del centrosinistra a Palazzo Marino presentano un documento sulla riforma sanitaria

Al via da mercoledì la discussione della proposta di riforma sanitaria in Regione

Le opposizioni bocciano il provvedimento. I sindaci del centrosinistra insieme presentano un documento, anche Gattinoni aderisce

MILANO / LECCO – Inizierà domani, mercoledì, al Pirellone la lunga discussione sulla Legge di Revisione della Sanità in Lombardia, un provvedimento che segue a distanza di cinque anni la riforma Maroni e che, negli intenti, dovrebbe andare a migliorare quell’ordinamento, incentivando la medicina di territorio.

E’ anche lo stimolo arrivato dal Governo con il Recovery Plan dopo il disastro dell’emergenza Coronavirus che proprio in Lombardia ha colpito più duramente.

La proposta di riforma avanzata dal centrodestra, pur recependo alcune indicazioni nazionali come l’istituzione degli ospedali e case di comunità, non è ritenuta sufficiente dal centrosinistra ma anche dalle altre opposizioni in Regione che, alla vigilia dell’esame del provvedimento, hanno deciso di convocare una conferenza stampa congiunta.

Un incontro “per spiegare perché quella voluta da Moratti e Fontana è una non riforma. Guardiamoci negli occhi, la sanità in Lombardia ha bisogno di altro – scrive il PD in una nota – di una seria riflessione che porti a risolvere davvero i problemi strutturali del nostro sistema sanitario. Da domani inizierà la discussione sulla non riforma e noi saremo in aula per dare battaglia: i lombardi meritano una sanità che non li lasci mai più soli di fronte alla malattia”.

Anche i sindaci di centrosinistra delle città capoluogo, riuniti a Palazzo Marino, hanno presentato un documento e con loro c’era  il sindaco di Lecco, Mauro Gattinoni.

I primi cittadini hanno presentato un documento sulla riforma sanitaria che è stato sottoscritto, con Gattinoni, da Beppe Sala di Milano, Giorgio Gori di Bergamo, Emilio del Bono di Brescia, Gianluca Galimberti di Cremona, Davide Galimberti di Varese e Mattia Palazzi di Mantova

Un documento che chiede una governance più chiara, maggiore interazione con i Comuni e integrazione con le realtà sociosanitarie del territorio, più investimenti e nuove assunzioni di personale, meno liste di attesa e una riorganizzazione dei pronti soccorsi.  Un documento che riportiamo integralmente a seguire:

 

RIFORMA DELLA SANITÀ IN REGIONE LOMBARDIA

Le case e gli ospedali di comunità

Le case e gli ospedali di comunità sono una risposta alla carenza della medicina territoriale e come tali devono essere collocate laddove servono di più, condividendo queste scelte con chi conosce bene il territorio. E la regione Lombardia, al contrario di altre regioni, deve molto recuperare del tempo perso e quindi lo sforzo deve essere ancora maggiore. Noi abbiamo ospedali e specialistiche di assoluta eccellenza, ora dobbiamo avere anche cure primarie e sistema di prevenzione di uguale livello.
Oggi la Regione ha i finanziamenti dell’Europa e del Governo. Si tratta di realizzare una rete di servizi adeguata alle diverse realtà territoriali e agli effettivi bisogni delle comunità che le abitano. Non è solo un’operazione di edilizia sanitaria che deve essere fortemente discussa e condivisa con i Comuni. E la questione chiave è quali sono i contenuti delle case di comunità? Quali le funzioni e le relazioni tra tutti i soggetti coinvolti. Certamente devono essere porte di accesso per i cittadini con problemi non gravi dalle 8:00 alle 20:00 di sera, così da non sovraccaricare i Pronto Soccorsi e devono essere luoghi in cui si costruisce in modo concreto la presa in carico socio-sanitaria dei cittadini.

Pronto soccorso

Oggi i medici dei pronto soccorso curano per il 70% persone con problemi non gravi, mentre in sala d’attesa occorre attendere per ore e ore. Servono quindi più investimenti, è necessaria una riorganizzazione dei Pronto soccorsi nel loro rapporto con i reparti, una complessiva riorganizzazione ospedaliera e sono indispensabili nuove assunzioni.

Investimenti sulle assunzioni

Occorre investire con forza sul personale. Occorre cambiare ancora più radicalmente le condizioni di accesso alla professione, con aumento dei posti di ingresso nelle facoltà di medicina generale e di specialistica. Le ultime scelte vanno nella giusta direzione, ma occorrono scelte ancora più forti.
In generale, anche in Regione, non basta solo riorganizzare il sistema, bisogna potenziarlo! Nel 2025 la Lombardia rischia di avere un buco di 2mila medici, medici di medicina generale, la cui carenza è ormai un fatto conclamato, pediatri, rianimatori e medici di emergenza e urgenza, psichiatri. È sempre più grave e diffusa la carenza di medici di medicina generale, per il cui potenziamento occorre una specifica programmazione e forme d’incentivazione. Governo e Regione devono assolutamente intervenire anche sulle condizioni contrattuali in grado di garantire impegno e motivazione degli operatori stessi, altrimenti la sanità sarà più debole di prima. Occorre anche investire sulla formazione continua degli operatori e sull’aggiornamento professionale e su nuove figure professionali sanitarie e sociali in grado di accompagnare la presa in carico dei cittadini.

Investimenti sulla telemedicina

Il futuro della cura e presa in carico a partire dalla casa in cui le persone vivono e passa da investimenti forti, da ampie sperimentazioni, da investimenti pluriennali e su ampia scala sulla telemedicina e sugli strumenti tecnologici a servizio della domiciliarità. Il lavoro coordinato, finanziato di centri di ricerca, università, imprese innovative, players del digitale, istituzioni sanitarie pubbliche e private, enti territoriali, operatori sanitari e sociali è un’assoluta priorità.

Interazione con il sociale

La riforma in atto deve prevedere con maggior forza un’integrazione e un coordinamento tra l’ambito sanitario, sociosanitario e sociale. Senza un lavoro congiunto e un maggior coinvolgimento delle amministrazioni locali e delle politiche sociali non sarà possibile una presa in carico efficace, le strutture previste come le case di comunità non saranno in grado di esercitare un lavoro davvero di qualità e la prevenzione resterà molto complessa con un aggravio ancora sulle strutture ospedaliere.
In questa fase è urgente anche che i tempi e termini per l’elaborazione degli accordi di programma dei Piani di Zona possano tenere conto delle modifiche normative in corso e della nuova realtà dell’organizzazione territoriale dei servizi derivante dal PNRR.

Liste di attesa

Sono un tema cruciale e centrale. La soluzione riguarda un impegno maggiore sulla capacità diagnostica e sulla grande questione dell’appropriatezza. Per questo le questioni relative ai MMG e la riorganizzazione complessiva del sistema giocano un ruolo fondamentale. Inoltre Regione deve intervenire sul sistema di prenotazione, perché un cittadino che deve fare un esame o una visita, nell’era d’internet e dei servizi digitali, deve passare le ore attaccato al telefono, provando tra le strutture pubbliche e quelle private accreditate ad avere un appuntamento in tempi brevi, e quasi sempre non gli riesce, salvo decidere di andare per le vie brevi, prenotando dal privato a pagamento. E va affrontato di petto il tema delle liste di attesa anche attraverso una riorganizzazione complessiva

Chi governa tutto ciò?

Occorre un governo di questo sistema. Così come presentata dalla Regione, la riforma propone un rapporto tra istituzioni sanitarie (AAST e ATS) decisamente non chiara anche con un coinvolgimento delle amministrazioni confusa. Se il governo del sistema non è chiaro, la riforma rischia di essere inefficace. E chiare e serie devono essere le modalità di coinvolgimento e condivisione con gli enti locali a tutti i livelli della programmazione e del funzionamento del sistema, con particolare riferimento all’integrazione socio-sanitaria.
Infine l’equiparazione tra l’offerta pubblica e quella privata introdotta quale principio è condivisibile, ma richiede una forte capacita’ di programmazione e governo pubblico dell’offerta e dev’essere calibrata sulle specificità dei soggetti considerati.