Un piano triennale per eliminare le nutrie, sono 930 gli esemplari stimati
Gli abbattimenti avverranno principalmente dopo cattura con gabbie trappola
LECCO – Il piano per il contenimento e l’eradicazione della nutria entra nel vivo: il primo (per il triennio 2019-21) era già stato approvato nel maggio dello scorso anno ma finora aveva prodotto solo attività di monitoraggio sul territorio e formazione degli operatori, ora il piano è stato aggiornato e approvato dalla Provincia per il prossimo triennio (2021-23) quando dovrebbero effettivamente iniziare le attività di contenimento.
La nutria è considerata da Regione Lombardia una delle “100 specie aliene – al territorio lombardo – più dannose al mondo” e nel lecchese la sua presenza è segnalata dal 2007, con primi avvistamenti nell’area del Toffo del fiume Adda.
Oggi se ne conterebbero almeno 930 esemplari, secondo una stima al ribasso effettuata durante l’attività di monitoraggio, e diffusa ormai su gran parte dell’Adda, dei laghi e di altri corsi d’acqua minori in particolare nei comuni di Abbadia, Airuno, Annone, Bosisio, Brivio, Calco, Calolzio, Colico, Dervio, Garlate, Imbersago, Lecco, Lomagna, Malgrate, Merate, Nibionno, Olginate, Paderno, Pescate, Robbiate e Valmadrera.
La Provincia prevede una spesa tra i 120 mila e i 240 mila euro per il finanziamento del piano nel triennio e autorizzerà agli abbattimenti Polizia Locale e Provinciale, agenti venatori volontari, guardie giurate, operatori di vigilanza idraulica, cacciatori e proprietari di fondi agricoli se in possesso di porto d’armi che saranno autorizzati dopo abilitazione, rilasciata dopo aver seguito la formazione obbligatoria prevista.
Gli abbattimenti con armi da fuoco sono ritenuti nel piano “complementari” perché le abitudini notturne delle nutrie, si legge nel documento, non consentirebbero di incidere significativamente con questa modalità sulla consistenza della popolazione di nutrie. Tra le armi contemplate c’è il fucile da caccia ad anima liscia, la carabina a canna rigata di piccolo calibro e armi ad aria compressa.
Il metodo privilegiato sarà invece la cattura mediante gabbie trappola con esca alimentare, posizionate anche tre in sequenza vicino alle tane, prioritariamente durante il periodo invernale, fino a marzo.
Gli abbattimenti dovranno avvenire con pistola d’aria compressa e con un colpo sparato a distanza ravvicinata sulla fronte dell’animale, con un pallino di piombo. Le carcasse dovranno poi essere portate nei centri di stoccaggio per lo smaltimento.
“Stiamo operando nel pieno e rigoroso rispetto del piano regionale che ha avuto tutte le approvazioni di Ispra per intervenire su questo problema che sul nostro territorio è sentito dai comuni rivieraschi sul lago ma anche sul fiume Adda – spiega il consigliere provinciale Stefano Simonetti – il tema è delicato, riguarda abbattimenti di animali, per questo vogliamo agire nel modo più corretto possibile e con tutte le attenzioni del caso”.