Il cantiere per la terza corsia del Ponte Manzoni cambia i piani per il Bione
Ipotizzate nuove sedi per la piazzola ecologica ed eliporto. Rischio rinvio per il progetto già finanziato dell’oasi naturalistica
LECCO – La necessità di un riordino complessivo dell’area del Bione era cosa nota, soprattutto per quanto riguarda la viabilità. Prima o poi la questione si sarebbe dovuta affrontare ma l’annunciato intervento al Ponte Manzoni, per la realizzazione della cosiddetta terza corsia, rischia di ‘forzare’ questo processo e anche di scombussolare i piani del Comune sull’area.
I lavori per la terza corsia, di fatto sarà realizzato un nuovo ponte che andrà ad affiancarsi all’attuale viadotto, costringono a cercare una soluzione per la piazzola ecologica perché quegli spazi ospiteranno la zona del cantiere, ma anche l’elisuperficie per gli elicotteri di soccorso dovrà traslocare altrove. A questo si aggiunge il progetto di oasi naturalistica pensato per la foce del torrente Bione, già finanziato da Regione Lombardia per ben 1,5 milioni di euro che si inserisce nella riqualificazione complessiva del lungolago.
La questione è stata affrontata in municipio giovedì sera, nella commissione consiliare in cui è intervenuta l’assessore Renata Zuffi e il funzionario tecnico l’ing. Chiara Brebbia. L’ipotesi al vaglio dell’amministrazione comunale è quella di spostare discarica ed elisuperficie oltre il centro sportivo Bione, la prima di fronte all’attuale area spettacoli viaggianti destinata alla nuova caserma dei Vigili del Fuoco e la piattaforma di atterraggio andrebbe a collocarsi accanto a quest’ultima.
I fondi del Pnrr per la nuova discarica
Per la nuova discarica, ha spiegato l’ing. Brebbia, si è già in fase di redazione del progetto che sarà presentato – con Silea a fare da ente capofila – per concorrere ad un finanziamento del Pnrr.
Sull’area oggi occupata dalla piazzola ecologica, una volta che si chiuderà il cantiere della terza corsia, il municipio intende realizzare, in collaborazione con l’università Bicocca, un sito di fitodepurazione collegato al depuratore per migliorare la qualità delle acque liberate in ambiente.
Un polo del soccorso
Anche per la nuova elisuperficie c’è già uno studio realizzato da un professionista del settore aeronautico per la realizzazione di un eliporto che andrebbe a comprendere anche una nuova sede per il Soccorso Alpino (lo ‘scalo’ del Bione è utilizzato per caricare i tecnici del soccorso per gli interventi in montagna) e per il deposito mezzi della Protezione Civile. Quello che si andrebbe a realizzare, accanto alla nuova caserma dei Vigili del Fuoco, sarebbe ‘un polo del soccorso’.
Una soluzione che presenta alcune criticità su cui si è concentrato lo studio, come la vicinanza ai campi sportivi e alla pista ciclabile oltre che la torretta di addestramento dei pompieri che sarà alta 12 metri, e sono state definite le rotte che gli elicotteri dovranno seguire oltre che la necessità di realizzare la piazzola di atterraggio elevata di quattro metri e mezzo da terra.
La “vecchia” sede del Soccorso Alpino e gli attuali magazzini andrebbero dunque a liberarsi e potrebbero essere annessi alla struttura del centro sportivo.
“Anas, come un elefante in una cristalleria”
I cambiamenti possono certo essere un’opportunità, ma l’urgenza di doverli affrontare non facilita le cose: il tempo stringe perché la terza corsia sul Ponte Manzoni è una delle opere previste per le Olimpiadi del 2026 e l’apertura del cantiere potrebbe essere prossima, salvo i tempi della burocrazia.
Un primo incontro preparatorio alla conferenza dei servizi sull’opera con Anas si è svolta lunedì, ha fatto sapere il dirigente comunale arch. Davide Cereda ma “la prima conferenza di servizi che era in programma per il 20 gennaio – e nella quale avrebbero dovuto essere discusse le osservazioni del Comune – è stata posticipata a data da destinarsi”.
Il dirigente ha anche raccontato di aver provato “per un’ora e mezza di chiamare in Anas per avere un appuntamento” e non ha nascosto che l’intervento al Ponte Manzoni elaborato dall’ente stradale (conosciuto “una settimana prima” di poter elaborare le osservazioni) ha scombussolato la pianificazione del Comune sull’area:
“Abbiamo dovuto cambiare strada quando eravamo già al 30esimo chilometro della maratona e siamo dovuti tornare al primo” ha rimarcato l’architetto.
Del resto, ha evidenziato dal centrodestra Filippo Boscagli, difficile fare piani se poi enti quali Anas ci si infilano “come un elefante in una cristalleria. Abbiamo visto immagini e previsioni di progetti cambiare ogni volta – ha detto il consigliere di ‘Lecco Ideale’ – Portare avanti di pari passo la realizzazione dell’oasi (unico intervento al momento finanziato) con il cantiere della terza corsia, insieme allo spostamento della piazzola ecologica e l’eliporto mi sembra una scommessa difficile da vincere”.
Realisticamente, ha fatto sapere il dirigente Cereda, il progetto dell’oasi alla foce del Bione dovrà essere posticipato a conclusione dei lavori al Ponte Manzoni, quindi dovrà essere chiesto a Regione di mantenere il finanziamento pur differendo la realizzazione dell’opera, “altrimenti – ha commentato – l’oasi sarà sventrata dal calcestruzzo delle fondazioni del ponte”. Per quanto riguarda l’elisuperficie, il sindaco Mauro Gattinoni dovrebbe firmare la richiesta dell’area all’Autorità di bacino.
“Se ci presentassimo al tavolo senza un’idea, allora sì, l’elefante vincerebbe in cristalleria – è intervenuta l’assessore Zuffi – noi però ci presenteremo con una cristalleria intatta e ben chiara”.
Tra i consiglieri comunali intervenuti, Corrado Valsecchi di Appello per Lecco ha chiesto di guardare oltre al contesto cittadino per trovare nuove collocazioni per la piazzola di atterraggio: “Perché non realizzarla a Pescate? Bisogna cominciare a fare valutazioni di decentramento. Stiamo entrando in un girone dantesco chiamato Bione”.