Oggi, 15 marzo, ricorre la Giornata Nazionale per la lotta contro i Disturbi del Comportamento Alimentare.
Ce ne parla la Dott.ssa Maria Rosa Barreca, dietista e specialista del Centro In Salus di Lecco
RUBRICA – Questi ultimi due anni di pandemia hanno fatto sì che il numero di ragazzi affetti da disturbi alimentari aumentasse in modo significativo: l’isolamento sociale nel quale ci siamo improvvisamente ritrovati è stato terreno fertile per le difficoltà legate al percorso di crescita dei giovani.
Sono tanti gli stimoli in ambito alimentare, molte le proposte “speciali” (senza zucchero, senza grassi, senza lattosio, senza glutine, senza olio di palma), molte le trasmissioni televisive dedicate al cibo e alla sua preparazione ed i giornali che propongono diete; in tutto questo caos i giovani confusi cercano una loro identità, anche alimentare.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità, parlando di disturbi alimentari fa riferimento ad una vastità di disordini legati all’alimentazione a partire dall’anoressia, fino alla bulimia o ai Binge Eating disorder.
I DCA rappresentano la seconda causa di morte in età giovanile dopo gli incidenti stradali. La prevalenza tende sempre ad interessare il sesso femminile anche se negli ultimi anni il sesso maschile risulta sempre più coinvolto. L’attenzione in questi ultimi anni è sempre più rivolta ai DCA e sono molte le campagne di sensibilizzazione.
Esistono forme di disturbo alimentare meno note ma sempre più diffuse tra i giovani: la vigoressia e l’ortoressia. La vigoressia è il desiderio di migliorare la propria forma fisica, finalizzato all’incremento di massa muscolare che manifesta una marcata dipendenza dall’esercizio fisico e regimi alimentari sbilanciati associati ad integratori di proteine ed anabolizzanti. L’ortoressia è l’ossessione di un’alimentazione sana, controllata e “sicura” che spinge ad eliminare categorie alimentari essenziali per una dieta equilibrata.
Si pensa spesso che il disturbo alimentare sia un disturbo legato appunto all’alimentazione, ma in realtà l’aspetto alimentare rappresenta solo la punta di un iceberg che ha base ben più profonde. Si tende a ritenere erroneamente che i disturbi alimentari, siano causati da comuni stereotipi come messaggi pubblicitari forvianti, o dal desiderio di raggiungere magrezze eccessive imposte dalla società odierna, ma questa è una spiegazione troppo semplicistica della questione.
I pazienti affetti da DCA non desiderano dimagrire ma ben sì piuttosto sparire, concetto assai lontano dallo stereotipo di bellezza. Le motivazioni e le ragioni che portano un disturbo alimentare sono spesso mascherate da buone intenzioni, “vuol mangiar meglio per perdere qualche chilo in più”, “guarda com’è attenta alla linea, beata lei”” che grande sportiva, guarda quanto si allena”.
Peccato che di salute in tutto ciò ad un certo punto non rimane più niente, la dieta, da scelta sana si trasforma in schema rigido ed indiscutibile, la linea diventa un corpo senza forze e pieno di ossessioni e lo sport che parte come concetto di salute e benessere diventa uno strumento di tortura verso se stessi e spesso un costante mettersi alla prova per superare i propri limiti. Il problema sta proprio nel fatto che ad un certo punto si perde il controllo, anzi quel controllo che prima dava equilibrio diventa un meccanismo di blocco.
Le emozioni vengono soffocate verso una restrizione estrema. Capite bene quanto sia complesso riuscire a gestire tutto ciò solo partendo da una dieta. Nella maggior parte dei casi le persone arrivano a curarsi attraverso l’iniziativa di un familiare o perché intercettate in occasione di urgenze legate alle condizioni precarie o critiche di salute in cui si ritrovano.
Quali sono i campanelli d’allarme?
- Variazione di peso repentina
- Ipercontrollo alimentare
- Abbuffate incontrollate
- Condotte di eliminazione (es. vomito),
- Comportamenti disfunzionali (l’estenuante attività fisica, iperattività, l’assunzione di lassativi o diuretici, il ricorso a solo cibi dietetici, ecc).
- Isolamento
Ma cosa si può fare? Come possiamo essere utili in questo caso? La letteratura evidenzia come uno dei principali problemi sia il ritardo nell’arrivo alle cure. È necessario generare una cultura che avvicini le persone alle cure il più precocemente possibile, creando fiducia nelle possibilità di miglioramento, guarigione e consapevolezza. È necessario chiedere aiuto a figure competenti e specializzati in materia che facciano rete e se necessario a strutture adeguate di riferimento.
A sostegno della cura e della lotta al fenomeno dei disturbi alimentari, regione Lombardia ha recentemente approvato la legge n. 2 del 23 febbraio 2021, “disposizioni per la prevenzione e la cura dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione e il sostegno ai pazienti e alle loro famiglie”. La legge intende favorire una più veloce intercettazione del disturbo attraverso la realizzazione di servizi di prossimità e la diffusione di una cultura di attenzione e sensibilizzazione al problema. Le famiglie non vanno mai dimenticate ma vanno sostenute in quanto rappresentano parte integrante e fondamentale per un valido aiuto e supporto.
Dott.ssa Maria Rosa Barreca – Dietista
Riceve presso
In Salus – Centro Medico Polispecialistico
Lecco – Corso Carlo Alberto 17/A
Tel. 0341 367512
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