Con l’età crescono le complicazioni: infezioni alle vie urinarie e difficoltà di minzione
Il medico: “Spesso farmaci e interventi possono creare problemi all’apparato urinario. Controlli periodici possono aiutare a scongiurare neoplasie e impostare la giusta terapia”
LECCO – L’aspettativa e la qualità di vita degli Italiani negli ultimi cinquant’anni è aumentata garantendo una vita attiva fino agli 80 anni. A partire da quest’età si iniziano ad accusare diverse problematiche a diversi apparati, compreso quello urinario. Ce ne parla il dott. Salvatore Scuzzarella del Centro Medico In Salus nella quarta puntata della rubrica dedicata all’urologia:
“Uno dei fastidi più frequenti riguarda la vescica che, con l’avanzare dell’età del paziente, perde un po’ di forza contrattile e spesso il suo svuotamento è parziale e causa di infezioni delle vie urinarie” spiega il medico.
Ai disturbi legati all’età possono aggiungersi delle complicazioni: “Questa categoria di pazienti ha spesso la necessità di assumere una lista di farmaci che, se da un lato permettono di tamponare alcune patologie, dall’altro aumentano le possibilità di effetti collaterali nocivi – evidenzia il dott. Scuzzarella – E’ il caso dei farmaci che riducono la coagulazione del sangue per evitare malattie cardiovascolari: spesso causano sanguinamenti dell’apparato urinario anche imponenti costringendo anche al ricovero in ospedale. A volte in seguito ad un intervento chirurgico i nostri ottuagenari sono costretti a mettere un catetere che interrompe un equilibrio precario misconosciuto e non riescono più ad urinare senza”.
“È frequente riscontrare patologie tumorali inaspettate durante esami diagnostici per altre patologie, come neoplasie renali, neoplasie vescicali o delle vie urinarie – aggiunge il medico – La meno preoccupante è la neoplasia prostatica, perché dopo gli 80 anni ha un decorso più lento. Per evitare inconvenienti è utile fare una accurata valutazione per seguire il paziente negli anni: ecografia addome, citologico urinario, urinocoltura, uroflussometria, PSA possono escludere patologie tumorali e aiutare per impostare una terapia che possa facilitare la minzione”.
“Un semplice intervento laser mininvasivo può prevenire il posizionamento di catetere vescicale – spiega l’esperto – Nei casi più semplici è sufficiente incoraggiare una buona attività fisica o la riabilitazione del pavimento pelvico, prescrivere dei farmaci che bloccano l’ipertrofia prostatica ed eseguire dei controlli periodici”.
Nella prossima puntata, il dott. Scuzzarella affronterà una delle patologie urologiche più comuni, ovvero l’ipertrofia prostatica benigna.
Dott. Salvatore Scuzzarella
In Salus – Centro Medico Polispecialistico
Lecco – Corso Carlo Alberto 17/A
Tel. 0341 367512
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