Non si raggiunge il tetto minimo di 14 bambini necessari per la sopravvivenza della struttura, a breve il Consiglio direttivo ne deciderà le sorti
Malcontento dei cittadini della frazione di Cremeno che hanno partecipato all’incontro pubblico per discutere del futuro dell’asilo
CREMENO – Partecipato l’incontro pubblico di venerdì sera voluto dal consiglio della scuola materna Gina Manzoni di Maggio per parlare del futuro e dei problemi della struttura.
Molti i genitori e i residenti che hanno espresso il loro malcontento davanti alla prospettiva non rosea dell’istituto simbolo di Maggio. La scuola materna infatti è nata nel 1919 dalla donazione da Gina Manzoni con il desiderio che diventasse appunto un asilo, ne è nato quindi l’ente morale “Gina Manzoni” che si occupa della gestione.
Dal 2019 il presidente è Luigi Spreafico, affiancato dalla vice Marialuisa Invernizzi, presenti all’incontro anche i consiglieri Barbara Invernizzi e Carlo Invernizzi e il delegato comunale Gianni Invernizzi.
La criticità più importante sollevata al consiglio è quella della carenza di bambini iscritti e del trend negativo delle nascite che ne impedisce la sopravvivenza. Attualmente i bambini presenti sono 14, a giugno 6 bambini termineranno il ciclo uscendo e non risultano altre iscrizioni. Per fine 2023 è già stimato un ammanco di 20 mila euro, e con meno di 14 iscritti l’ente non riuscirebbe a sopravvivere.
Il sindaco di Cremeno Pierluigi Invernizzi ha esordito al dibattito pubblico: “Le problematiche legate agli asili sono comuni in quasi tutti i paesi, purtroppo mancano i numeri e le famiglie per necessità privilegiando altre offerte, strutture e paesi, per comodità o bisogni personali e lavorativi. L’amministrazione ha sempre creduto nell’asilo e siamo qua per trovare soluzioni strutturate e non di emergenza, qualcosa che garantisca continuità nel futuro e non nel breve periodo. Dal 2019 al 2023 il Comune ha erogato 84 mila euro oltre i 1400 euro di gettoni di presenza che i consiglieri hanno devoluto a questa causa. Certamente perdere questo servizio e un danno per il paese e i cittadini e siamo qua per discuterne e riuscire a trovare soluzioni concrete.”
Preoccupazione tra i genitori presenti per la perdita del servizio e di quello che è ritenuto un simbolo storico del paese.
“Abbiamo preso in considerazione tante strade, anche quella di diversificare l’offerta, di rendere la struttura più attrattiva con più iniziative – spiega la vice presidente Marialuisa Invernizzi – Dal 2000 ci siamo anche adeguati aderendo alla Fism (Federazione Italiana Scuole Materne). Da tempo stiamo valutando soluzioni, idee ma si scontrano sempre con esigenze che non si riescono a soddisfare. Ci siamo mossi su molti fronti ma anche i passaggi burocratici hanno costi che non sono sostenibili con i numeri che abbiamo e si prospettano nei prossimi anni. Stiamo muovendo tutte le carte disponibili ma non saranno le piccole scelte a fare la differenza. Sono solo i numeri a fare la differenza per il futuro di questa istituzione”.
Il consiglio direttivo si riserva qualche giorno per discutere e valutare il da farsi per poi comunicare ai cittadini e alle famiglie la decisione.