LECCO – Taglio del nastro per “E!State liberi!2012”, il campo di lavoro, formazione e studio sui beni confiscati alle mafie che è stato inaugurato a Lecco nella serata di mercoledì 22 agosto e che sino al primo di settembre vedrà i partecipanti affrontare un percorso incentrato sul tema di beni confiscati alle mafie nel nostro territorio.
Promosso da Legambiente Lecco e dal coordinamento lecchese dell’associazione di Don Ciotti Libera, il campo di lavoro ha preso ufficialmente il via mercoledì alle 21, quando in piazza della stazione di Lecco è stata posizionata la Tenda della Memoria, ormai diventata una sorta di biglietto da visita delle iniziative estive di Libera. “Si tratta di un simbolo – spiega Paolo Cereda, referente lecchese dell’associazione – in quanto con questa tenda vogliamo comunicare due concetti fondamentali. Da un lato è, appunto, una tenda, quindi un oggetto che per sua natura suggerisce essenzialità, leggerezza e facilità di movimento. D’altro canto vuole essere una sorta di memoriale di tutte quelle vittime che le mafie hanno causato dalla fine dell’Ottocento siano ad oggi”. Vittime che, come ha sottolineato lo stesso Cereda, sono ormai più di novecento. Di loro, durante l’inaugurazione, ne sono state ricordate ben 67, i cui nomi sono stati letti dai volontari del campo e da alcuni membri delle istituzioni presenti.
Al termine della prima parte della serata, il tutto si è spostato all’interno del cortile di Palazzo Bovara, dove per l’occasione è stata allestita una mostra dedicata al ventennale della morte di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e dal titolo “Chi è Stato?”. Fotografie, articoli di giornale e materiale informativo illustreranno per tutta la durata del campo due degli eventi più drammatici della storia d’Italia, nel tentativo di provare, da una parte, “a capire chi è stato materialmente a uccidere questi magistrati – ha spiegato Ceresa – e, dall’altra, a riflettere sul doppio senso del titolo dell’esposizione, ossia chi è lo stato? Uno stato che talvolta vede tra i suoi esponenti personalità legate alla criminalità organizzata e in grado di contrastare coloro che, sempre all’interno della stessa istituzione, si battono contro le mafie”.
Ma al di là dell’inaugurazione, come sarà organizzato questo campo di lavoro lecchese? Saranno numerosi gli incontri che permetteranno ai partecipanti, in tutto tredici, di conoscere i beni confiscati nel lecchese e di avvicinarsi a tematiche quali le ecomafie, la tutela dell’ambiente e la gestione dei rifiuti, tanto che sono in programma, ad esempio, una visita a San Pietro al Monte (con approfondimento sulla tematica delle cave) e una al termovalorizzatore di Silea a Valmadrera. Il tutto si chiuderà il primo di settembre, quando si terrà l’incontro con Giancarlo Caselli, Procuratore Capo della Repubblica a Torino.
Presente durante la serata di mercoledì anche il sindaco di Lecco, Virginio Brivio, il quale ha colto l’occasione per sottolineare quanto sia fondamentale “ridare vita a quei luoghi che sono stati il simbolo delle mafie nel nostro territorio”.