Sciopero generale di otto ore venerdì 24 novembre. A Lecco corteo e presidio in Piazza Diaz
Riva (Cgil Lecco) e Esposito (Uil Lario): “Nella manovra provvedimenti bandiera e tanti titoli, ma poca sostanza”
LECCO – Cgil e Uil tornano in piazza per difendere il presente dei lavoratori e dei pensionati, già colpito da instabilità contrattuale e alti tassi d’inflazione, e il futuro dei giovani. Ad illustrare le motivazioni dello sciopero generale di 8 ore in programma per il 24 novembre sono stati il Segretario Generale della Cgil Diego Riva e quello della Uil Dario Esposito.
“L’obiettivo è duplice – ha spiegato Riva – sensibilizzare l’opinione pubblica sulle gravi criticità che la bozza di Legge di Bilancio porta con sè e, contestualmente, chiedere al Governo di assumere provvedimenti in materia di lavoro, fisco, sicurezza, previdenza, sanità e politiche industriali, necessari a ridurre le diseguaglianze che nel nostro Paese sono in evidente crescita”.
“Siamo di fronte ad un esecutivo confuso e litigioso – ha aggiunto – che fa circolare varie bozze di Legge di Bilancio poi puntualmente riviste e modificate nelle indiscrezioni successive. La cosa che più ci dispiace è che noi abbiamo avuto diversi confronti con il Governo, che si sono rivelati inutili: nessuna delle nostre proposte è stata accolta, l’unica riguarda la conferma del taglio del cuneo fiscale chiesto a gran voce dal sindacato, a riprova che le iniziative e gli scioperi condotti fino ad ora hanno avuto il merito di porre all’ordine del giorno questa misura utile a consolidare il potere di acquisto dei lavoratori. Si tratta però di una proroga di appena un anno, segno che nel Governo non c’è volontà di stabilizzare le poche misure che vanno incontro ai bisogni reali delle persone e soprattutto è un provvedimento che rischia di essere inutile visto che la decontribuzione non copre neanche lontanamente la perdita di potere d’acquisto senza precedenti causata dall’inflazione galoppante”.
“Questo sciopero non nasce dal nulla – ha detto Esposito – ma segue una serie di iniziative che come sindacati abbiamo messo in campo per cercare di invertire la rotta. Il Governo però non ci ascolta: il 24 novembre i lavoratori rinunceranno a otto ore di lavoro retribuite per far sentire la propria voce e i propri diritti e di questo il Governo se ne deve assumere la responsabilità”.
Tante le carenze contenute nella Legge di Bilancio: “In tema previdenziale – spiegano i sindacalisti – nonostante la retorica sul superamento della Legge Fornero si profila una riduzione degli importi pensionistici dei dipendenti pubblici: con la revisione delle aliquote previdenziali per le pensioni liquidate dal 2024 infatti si calcola che i futuri pensionati potrebbero subire una perdita annua fino al 20% della retribuzione. Tutto ciò rivela una politica di smantellamento delle certezze perché le pensioni non sono e non saranno mai una concessione ma un diritto acquisito dal lavoratore”.
Discorso simile per l’innalzamento del requisito anagrafico di accesso all’Ape Social, portato da 63 anni a 63 anni e 5 mesi “un aumento che penalizza la platea di disoccupati, invalidi e caregiver che sono i principali destinatari della misura. Infine, su Opzione Donna, si stanno registrando dichiarazioni e smentite che provocano solo confusione, ma al momento l’unica certezza è che, se rimarrà, lo farà nella versione ‘ristretta’, quella che non consente l’accesso a tutte le lavoratrici pur in presenza dei requisiti ma solo ad alcune”.
I sindacati guardano anche ai disoccupati: “I dati sulla Povertà nel nostro Paese sono drammatici e confermano quanto le scelte del Governo siano sbagliate. Di fronte a 5,7 persone, il 10% della popolazione, e a 2,2 milioni di famiglia in condizioni di povertà assoluta si è scelto di cancellare il reddito di cittadinanza introducendo al suo posto nuove misure che dividono la platea tra chi può accedere ad un sostegno economico e chi, considerato ‘occupabile’, ne è escluso, a prescindere dalle reali condizioni di bisogno”.
Insomma, per Cgil e Uil la sostanza della manovra è chiara: “Qualche provvedimento bandiera e tanti titoli, ma poca sostanza. Per dirla con una citazione letteraria, questo Governo adotta una politica forte coi deboli e debole coi forti: la strada intrapresa è quella dell’attenzione a partite Iva, imprese e autonomi, mentre non c’è sostanzialmente nulla per il lavoro dipendente e per tutto ciò che è pubblico e, inoltre, non c’è la lotta all’evasione e un fisco sempre più sbilanciato verso chi già ha”.
“Per queste ragioni e appurato che la direzione del Governo vada in senso opposto a quanto richiesto dai lavoratori e dalle lavoratrici, i sindacati hanno deciso di schierarsi con loro ed effettuare 8 ore di sciopero generale il prossimo 24 novembre”.
Una prima parte di protesta è in programma come spiegato fuori dalla Regione il prossimo 17 novembre: “Riteniamo che anche la Regione abbia una parte di responsabilità di fronte a questo aumento delle diseguaglianze, quindi faremo sentire la nostra voce anche lì – ha spiegato Riva – mentre il 24 novembre ci sarà lo sciopero generale”.
A Lecco nello specifico si terrà un corteo della Cgil che partirà alle 9 dalle Meridiane per giungere in Piazza Diaz dove si terrà un presidio insieme ad una delegazione della Uil Lario che terminerà verso le 11.30. Le segreterie delle sigle sindacali si recheranno quindi in Prefettura per una breve esposizione delle ragioni dello Sciopero. Inoltre la Uil Lario parteciperà con un’importante delegazione al presidio organizzato a Brescia.