Il Comune abbandona l’idea dell’abbattimento della struttura di 600 metri quadri
La controversia tra l’amministrazione e la proprietà durata decenni è costata al Comune oltre 140 mila euro di spese legali
INTROBIO – L’ultimo punto all’ordine del giorno del consiglio comunale che si è tenuto giovedì sera a Villa Migliavacca ha acceso gli animi. A far discutere l’annoso problema riguardo il futuro del capannone abusivo di 600 metri quadri in via alle Prade 16. Una controversia tra proprietà e amministrazione che prosegue da decenni a suon di ricorsi e che è costata alle casse comunali oltre 140 mila euro di spese legali.
“Stiamo arrivando al culmine di quasi 30 anni di storia di questo abuso – ha detto il sindaco Adriano Airoldi -. L’ultima sentenza a favore nostro è del 10 ottobre 2023, il capannone abusivo è di proprietà acclarata del Comune di Introbio e così si pone fine a questa lunga diatriba. Fino a questo momento il Comune era tenuto all’abbattimento dell’opera abusiva ma ci sono state diverse interpretazioni della sentenza. Inoltre i continui ricorsi da parte della proprietà erano sempre in essere e quindi l’abbattimento per varie ragioni non è mai stato fatto. In un recente incontro con il Procuratore Generale della Repubblica abbiamo parlato della destinazione e del futuro di questa struttura. Per logica abbiamo pensato ad una soluzione più utile e corretta della demolizione”.
Il fabbricato verrà destinato a un uso pubblico e sarà a disposizione delle associazioni del paese: “Abbiamo avuto richieste per la necessità di spazi per il ricovero di mezzi e attrezzi da parte della Protezione Civile e dell‘Associazione Antincendio. Inoltre anche Ersaf farà a breve dei lavori sul torrente Troggia che dureranno mesi e servono locali per i mezzi che ad oggi non abbiamo. Con l’avvocato andremo in mediazione con la proprietà che è stata molto disponibile a prendere accordi. Nella confisca dei beni, oltre al capannone, risultano le pertinenze e anche lì troveremo delle soluzioni per il passaggio e riguardo le zone comuni con la proprietà”.
La soluzione non è piaciuta alla minoranza che ha mostrato disappunto sulla scelta esprimendosi con voto contrario: “Chi pagherà per rendere questo spazio fruibile dalle associazioni? – ha esordito il capogruppo Lino Artusi – A quanto ammontano i lavori che si dovranno svolgere per l’impiantistica e la manutenzione dello stabile? Non avete un preventivo o una idea di quello che costerà rendere il capannone idoneo a ospitare queste associazioni”.
La Maggioranza ha ribattuto: “E’ l’unica destinazione di uso possibile e altre strade non sono contemplate dalla legge. Anche se verranno spesi dei soldi per degli interventi sarà perché vanno a beneficio di persone, associazioni e gruppi che si adoperano per la collettività e questo ha un valore inestimabile”.
Tra gli altri punti discussi in consiglio anche quello per la passerella pedonale sul torrente Acquaduro. L’attraversamento partirà dall’inizio Via Umberto I, costeggerà il lato destro del ponte e si raccorderà alla restante passeggiata pedonale già esistente. L’opera di 185 mila euro viene finanziata dai canoni delle concessioni minerarie (ex fondi Norda). “Questi soldi non possono essere adoperati per qualsiasi opera, ma sono strettamente vincolati solo ad alcuni tipi di interventi – ha detto Airoldi -. Con questa passerella verranno anche svolti lavori di regimazione, così abbiamo cercato di sfruttare parte di quei fondi che ora ammontano a 400 mila euro. Teniamo il resto del tesoretto per coprire eventuali urgenze”.