Il noto climatologo e divulgatore scientifico ospite a Lecco in occasione dell’evento dedicato ad Antonio Stoppani
“E’ adesso il momento di decidere che strada prendere, sappiamo perfettamente quello a cui stiamo andando incontro”
LECCO – “Se non facciamo qualcosa subito rischiamo di mandare in fumo tutto ciò che la scienza, nata 150 fa con Antonio Stoppani, ci sta dicendo ormai da decenni per fermare quello che lo stesso segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha definito un suicidio collettivo. O missili o pannelli solari”.
Partiamo dalla conclusione per raccontare la conferenza del celebre climatologo Luca Mercalli, ospite a Lecco nell’ambito di GeoCult, il 1° Festival Italiano delle Geoscienze, organizzato per celebrare il bicentenario dalla nascita dell’illustre concittadino dei lecchesi Antonio Stoppani. Un’aula magna del Politecnico davvero gremita (alcune persone sono rimaste in piedi) ha accolto il divulgatore scientifico esperto di clima che, partendo proprio da Stoppani, ha parlato di cambiamento climatico sbattendo in faccia al pubblico, dati alla mano, la preoccupante situazione a cui siamo giunti.
Ma cosa c’entra Antonio Stoppani? “Fu lui a rendersi conto che con l’avvento delle macchine e dell’energia fossile l’uomo avrebbe rivoluzionato il mondo. Fu il primo geologo a notare la determinante influenza dell’uomo sull’ambiente e sul clima, tanto da chiamare Antropozoica l’attuale era geologica. Ebbe una posizione molto importante nell’immaginare un futuro simile a quello odierno, sbagliò solo in termini di rapidità, probabilmente pensava che per arrivare a questa situazione ci sarebbero voluti almeno 300/400 anni”.
Determinante, invece, è stata la crescita esponenziale della popolazione mondiale che, favorita da diversi fattori, è passata dal miliardo del 1800 agli attuali 8 miliardi: “Oggi dovremmo essere capaci di autolimitarci, altrimenti accade che questi 8 miliardi di persone che vogliono sempre di più e vivono in un mondo sempre più piccolo non hanno più risorse senza essere costretti a distruggere il pianeta che dà loro da mangiare e li sostiene”.
Stoppani capì che nell’era Antropozoica l’uomo avrebbe distrutto quegli stessi meccanismi che lo tengono in vita: “Il riscaldamento globale stava appena iniziando ai tempi di Stoppani ed era già noto agli inizi del 1800, ma la visione dell’uomo in grado di cambiare il clima arriva alla fine del 1800. Oggi non possiamo pensare di vivere senza conseguenze in un pianeta molto più caldo rispetto a quello in cui ci siamo evoluti”.
Il Bel Paese del 1876 è cambiato rispetto a oggi proprio per effetto del cambiamento di temperatura: “La media mondiale ci dice che la temperatura media globale è cresciuta di 1,2 °C, ma nel Mediterraneo siamo molto più esposti e questo valore si può tranquillamente raddoppiare. I record di temperature stanno diventando sempre più fitti e il 2022 è stato l’anno con minor precipitazioni del bacino padano. Siccità che si è conclusa con l’alluvione in Emilia Romagna e tutta una serie di eventi climatici estremi, come la grandine da 1 kg che fino ad ora era sconosciuta”.
Ai tempi di Stoppani non si poteva prevedere il futuro, ma oggi ci sono strumenti che ci consentono di fare simulazioni matematiche molto precise: “I prossimi 5/10 anni saranno cruciali, i processi innescati hanno già creato danni irreversibili, però possiamo rallentare questa corsa. E’ adesso il momento di decidere che strada prendere, sappiamo quello a cui stiamo andando incontro. E’ un peccato non far niente quando il medico ti ha dato la cura”.
Riscaldamento globale, cambiamento climatico, ritiro dei ghiacciai, aumento del livello del mare, perdita di biodiversità con l’uomo che sarà causa della sesta edizione di massa, e ancora il tema dell’inquinamento d’ogni tipo con i mari che sono pieni di plastica che finisce direttamente sulle nostre tavole.
“Perché non ce ne occupiamo e siamo così indifferenti? Purtroppo non ho questa risposta. Il Green Deal europeo rischia di essere seppellito in base all’esito delle prossime elezioni europee, per salvarsi bisogna guarda a chi affronta questi temi nei propri programmi. Se aspettiamo ancora, probabilmente nel 2030/2040 non potremo più fare nulla. Cosa possiamo fare noi cittadini? Diventare più efficienti, consumare meno, utilizzare fonti rinnovabili, purtroppo la transizione a questo ritmo è troppo lenta. La mobilità elettrica non è una soluzione, ma un pezzo della soluzione; scegliete auto piccole, basta con i Suv. E poi c’è l’aereo per cui l’unica soluzione è volare meno, solo se necessario: io ho scelto di non volare più da 7/8 anni e mi trovo bene, vado in ferie in posti vicini raggiungibili col treno o l’auto elettrica. E ancora, mangiare meno carne, non cementificare il suolo, far durare i nostri oggetti finché non si rompono e abbandonare le mode”.
Oltre un’ora di conferenza in cui Mercalli ha espresso i concetti in maniera molto chiara, dicendo, né più né meno, le cose come stanno supportato da dati scientifici incontrovertibili. Un lungo applauso della folta platea ha suggellato un appuntamento decisamente riuscito per un Festival GeoCult che, sebbene appena nato, sta già facendo parlare e, soprattutto, riflettere…