Protagonista il filosofo Massimo Borghesi, curatore del libro che raccoglie le omelie del sacerdote, fortemente voluto da papa Francesco
BARZIO – A Barzio, la comunità si prepara a celebrare la memoria di uno dei suoi figli più illustri: don Giacomo Tantardini. Figura carismatica del cattolicesimo italiano, don Giacomo è stato un sacerdote capace di parlare al cuore di migliaia di giovani, unendo l’energia del pastore di strada con la profondità del contemplativo. A rendergli omaggio, venerdì 18 ottobre alle 21:00 presso l’auditorium parrocchiale, sarà l’associazione culturale La Fucina e la Comunità Pastorale di Barzio, con un evento che vedrà come protagonista il filosofo Massimo Borghesi, curatore del libro che raccoglie le omelie del sacerdote, fortemente voluto da papa Francesco.
Nato a Barzio nel 1946, don Giacomo Tantardini si distinse per il suo impegno religioso sin da giovane. Dopo essere stato ordinato sacerdote, si trasferì a Roma nel 1972 per proseguire gli studi, ma soprattutto per iniziare quello che sarebbe diventato il suo apostolato più significativo, rivolto ai giovani. Con il suo stile appassionato e coinvolgente, riuscì a guadagnarsi la fiducia di molti, trasformandosi in un punto di riferimento per intere generazioni. Don Giacomo era noto per il suo carattere diretto e la sua capacità di mettersi in gioco nelle questioni sociali, tanto da essere soprannominato “prete delle barricate”, pur mantenendo sempre un forte legame con la dimensione spirituale e contemplativa.
Il volume che raccoglie le sue omelie, pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana, è impreziosito dalla prefazione di papa Francesco. Il pontefice, che nutriva una profonda amicizia per don Giacomo, lo ricorda come una guida che, con un linguaggio semplice ma denso, sapeva trasmettere l’essenza della vita cristiana. “Leggere e meditare le sue prediche farà bene alla nostra anima anche oggi”, ha scritto il Santo Padre, evidenziando come don Giacomo sapesse coniugare il pensiero teologico di Sant’Agostino, suo grande ispiratore, con la poesia di Charles Péguy e la spiritualità di santa Teresa del Bambino Gesù.
L’ultima omelia di don Giacomo, pronunciata pochi giorni prima della sua morte il 31 marzo 2012, rimane impressa nei cuori di chi lo seguiva. Con voce flebile, concluse dicendo: “Com’è bello lasciarsi andare tra le braccia del Figlio di Dio”. Parole che, secondo papa Francesco, riassumono la sua vita e il suo insegnamento, un invito a lasciarsi guidare dalla fede in modo totale e fiducioso.
L’appuntamento di venerdì sera a Barzio sarà quindi un momento di riflessione non solo sulla figura di don Giacomo, ma anche sull’eredità spirituale che ha lasciato. A guidare la serata sarà Massimo Borghesi, professore di Filosofia morale all’Università di Perugia, che ha curato il libro. Il volume riprende il titolo proprio dall’ultima frase di don Giacomo, a testimonianza dell’importanza di questo messaggio per il pontefice e per chi ha avuto la fortuna di conoscerlo.