Introbio. Consiglio comunale rovente, toni accesi tra Piazza e Airoldi

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Scontro sulle interpellanze presentare da Airoldi riguardo Prà Baster e il capannone ex Mariani

Il segretario comunale Francesco Chicca interviene per placare gli animi definendolo la seduta: “Uno spettacolo al limite”

INTROBIO – Toni accesi a Villa Migliavacca durante la seduta del consiglio comunale che si è tenuta martedì sera. A scaldare gli animi, a fine consiglio, le interpellanze presentate dal capogruppo di minoranza ed ex sindaco Adriano Airoldi.

 

Durante la seduta è stato trattato il punto per l’approvazione della ratifica dell’adesione all’accordo di programma tra la Comunità Montana Valsassina Valvarrone  Val d’Esino e Riviera e i Comuni di Introbio e Barzio per la realizzazione dell’intervento di sistemazione idrogeologica e realizzazione di viabilità agro silvo pastorale nel bacino del torrente Acquaduro.

“Ho espresso delle perplessità riguardo il progetto realizzato dalla Comunità Montana – spiega il sindaco Silvana Piazza – E’ previsto lo stanziamento di 1 milione e 900 mila euro per realizzare una strada agro silvo pastorale per attività boschive e allargare quella che collega la funivia per i Piani di Bobbio con la località Nava. I boschi e terreni interessati sono principalmente di Introbio e la strada prevista taglia gli unici nostri prati rimasti. Non sono d’accordo su questo progetto che prevede quindi un passaggio obbligato dei mezzi su Barzio. Consideriamo anche i problemi viabilistici invernali di Barzio, è una scelta che allunga tempi e le spese di chi svolge attività boschiva e si sposta con dei Tir. Ho chiesto quindi che salissero da Portola, vicino a Piazza Carrobbio a Introbio, e di studiare un percorso alternativo. In comunità Montana non hanno preso bene questa osservazione, ho dovuto comunque firmare o il rischio era quello di perdere questo cospicuo finanziamento che servirà anche per contenimenti idrogeologici. Se porteremo a casa la strada su Portola sarà meglio, altrimenti possiamo comunque vietare di tagliare i nostri prati”.

Il consigliere di minoranza ed ex sindaco Adriano Airoldi ha ricordato gli studi precedenti riguardo il progetto: “Cinque anni fa venne fatto un ampio studio a riguardo e vennero interpellati diversi specialisti. Si è convenuto che salire da Introbio per prelevare la legna è impossibile, valutando anche diversi punti da cui partire. Non ci sono punti di accesso per andare in Portola. Da considerare anche il pericolo delle piante crollate che possono fare un effetto diga, è una situazione boschiva pericolosa. Il prelievo del legname è necessario perché si possa mettere in sicurezza il torrente Acquaduro. Era stata stimata una portata di 40 mila quintali di legna per Barzio e ben 70 mila per Introbio”.

Il capannone ex proprietà Mariani

Al penultimo punto l’interpellanza presentata dal capogruppo di minoranza Adriano Airoldi con oggetto il capannone ex proprietà Mariani. Il consigliere della “Lista Valbiandino”, chiede di essere informato circa le intenzioni dell’Amministrazione in merito all’utilizzo del capannone di proprietà del Comune e proveniente dalla vertenza Mariani.

“Per rispondere all’interpellanza ritengo di fare le dovute premesse per meglio comprendere una situazione che si trascina dal 1997 e si è conclusa con la sentenza del Consiglio di Stato del 2023 – esordisce il primo cittadino Piazza – I condoni che sono stati presentati sono sempre stati diniegati dal Comune di Introbio e sono stati oggetto di vari  ricorsi conclusi con senza del Tar 2018, a pieno favore del Comune, e spese a carico dei ricorrenti. Ulteriori ricorsi sono avvenuti anche da parte di un comproprietario dell’area e si concludono con senza del Tar 2022 in via definitiva con sentenza del Consiglio di Stato del 2023″.

La precedente amministrazione, guidata proprio da Airoldi, a seguito della sentenza ha dichiarato l’esistenza di prevalenti interessi pubblici al mantenimento dell’immobile in via alle Prade 16.  “Queste lunghe premesse erano necessarie per far comprendere a tutti che la situazione si trascina sotto il profilo amministrativo da 27 anni – prosegue Piazza – L’immobile abusivo e le sue aree di pertinenza sono diventati di proprietà comunale da oltre 15 anni. Avete ritenuto prevalenti interessi pubblici riguardo il fabbricato per dare disponibilità di spazi necessari al deposito di attrezzatura al Gruppo di Antincendio Boschivo di Introbio e all’Ersaf (Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste) per il ricovero di mezzi e attrezzatura. Avete dichiarato che il Comune di Introbio si impegnava a porre in essere tutte le attività prodromiche alla esecuzione del provvedimento, per permettere l’acquisizione dell’immobile al patrimonio effettivo dell’Ente. Passaggi per rendere possibile la sua destinazione ad uso pubblico dichiarando anche in corso la trattazione per la messa a disposizione del sito alla Protezione Civile locale. La Protezione Civile locale citata non ha un gruppo iscritto presso la Protezione Civile Regionale. Non si rintracciano ulteriori atti relativi alle richieste provenienti da Ersaf e dal Gruppo Antincendio Boschivo”.

Silvana Piazza ha puntualizzato che l’opera acquisita al patrimonio comunale è demolita con ordinanza del dirigente o del Responsabile competente Ufficio Comunale a spese del responsabile dell’abuso salvo che non si dichiarino prevalenti interessi pubblici e che l’opera non contrasti con interessi urbanistici paesaggistici, culturali o di assetto idrogeologico.

Conclude il Sindaco: “Ad oggi quindi non è possibile dare un sicuro indirizzo di destinazione d’uso dell’immobile che potrebbe anche dover essere demolito per parere negativo da parte degli enti sovracomunali. Questo nonostante il fatto che le pratiche legali abbiamo avuto un costo altissimo che ha gravato su tutta popolazione di Introbio durato quasi 20 anni e costato quasi 200 mila euro. La vostra amministrazione poteva impegnarsi da ottobre 2023 per porre in essere le attività che avevate in mente”.

Airoldi ribatte: “Io dovevo chiudere una questione così lunga in un anno? Volevo solo conoscere le vostre intenzioni in merito”.

Struttura di Prà Baster

Nella seconda interpellanza il consigliere Airoldi ha chiesto di essere informato circa lo stato di avanzamento delle eventuali procedure di regolarizzazione della struttura collocata a Prà Baster.

“L’ingegnere venuto all’incontro e al sopralluogo ha riscontrato dei rischi riguardo le norme antincendio, quindi non ha potuto collaudare la casetta che ospitava la cucina – spiega Pizza -. E’ inoltre emerso che la struttura è un abuso edilizio. Per permettere di far godere la struttura dalle associazioni e dalla popolazione nei mesi estivi abbiamo ovviato al problema spostando la cucina sotto il tendone, e non nella casetta. Una soluzione momentanea perché definitiva non era possibile visti i tempi e i prezzi”.

Il fabbricato in legno a Prà Baster di 150 metri quadri è sorto nel 2015 ad opera di alcuni sodalizi: “Il comune di Introbio ha l’intero territorio sottoposto a vincolo paesaggistico e ogni pratica va sottoposta a esame e inviata alla sovraintendenza. Non è stato rintracciato agli atti nessun provvedimento comunale connesso alla realizzazione di questa pratica edilizia”.

Airoldi sbotta: “Io mi sono preso delle responsabilità da sindaco per aiutare le associazioni e andare incontro alle esigenze della popolazione. Certe sottigliezze nelle vostre parole non mi piacciono, datevi una regolata. Che si continui a far passare me per una persona che ha fatto le furbate non mi sta bene. Si legge tra le righe il tentativo di dire che ho fatto cavolate e non mi sta bene. Non permettetevi più in Consiglio di tirare certe frecciatine“.

Il sindaco Piazza prosegue nella risposta all’interpellanza: “Suddetto intervento realizzato in assenza di autorizzazione paesaggistica non è sanabile neanche in base alle recenti disposizioni di legge. Questa Amministrazione è tenuta ad applicare le misure repressive previste dalla legge, ossia la demolizione. Questa è la risposta che ci ha dato la Regione. Ma la nuova amministrazione è contraria a scontri dialettici ed è intenzionata a portare avanti il proprio programma. Al fine di limitare la demolizione abbiamo inoltrato al Bim una richiesta di adeguamento della struttura polifunzionale, per poter ottenere il contributo di euro 40 mila. Ovviamente il contributo è insufficiente. Bisogna smontare la struttura, redigere un progetto da inviare alla sovraintendenza per ottenere una regolare autorizzazione paesaggistica e dare così inizio a una ricostruzione adeguata al territorio e ai sodalizi che la utilizzerebbero”.

Airoldi a questo punto si dichiara soddisfatto della risposta alla sua interpellanza ma ad accendere gli animi è la successiva dichiarazione dell’attuale sindaco: “Lei si rende conto che ha fatto un autogol pazzesco? Ha costruito una cosa abusiva e mi chiede come intendo regolarizzarla? Lei ha fatto il sindaco 10 anni e non sapeva che stava facendo una cosa abusiva? La Regione ha disposto la demolizione e noi faremo di tutto per non arrivare a questo punto, ma dobbiamo comunque passare dagli enti sovracomunali. Mi spiace per la popolazione, avrei fatto di tutto per tenerla, ma la sua l’interpellanza mi porta a seguire quello che la legge mi impone”.

Airoldi scaldato dalla dichiarazione ribatte: “Non è il caso di rivangare il passato. Io ho solo  chiesto cosa intendete fare. Ho fatto il sindaco 10 anni, mi sono preso tutte le mie responsabilità, non ho mai menzionato chi è venuto prima di me, non ho pendenze con la legge. Sono uscito pulito e non mi va di certo che il nuovo sindaco dica che ho fatto abusi e stupidate. Dal momento che il posto non è a norma, mandate tutti fuori da una struttura che non è in regolare e li mettete sotto un tendone con i fuochi, come se lì non ci fossero rischi. Il posto merita di essere mantenuto e anche voi ne avete capito l’importanza”.

Piazza prosegue con la querelle: “Avrei voluto realizzare un fabbricato come quello a Cortenova, in muratura, ma servono 300 mila euro che non ci sono. Preferisco investirli per la scuola media visto  che la vostra amministrazione, in merito, ha perso un bando da 4 milioni”.

Ribatte Airoldi: “Non li abbiamo buttati! Non li abbiamo presi perché il bando scuola aveva esaurito i fondi e per quello bastava avere il compromesso del terreno. Al Bando successivo, invece, serviva avere la proprietà del terreno e infatti ci siamo adoperati per farlo. Adesso è un passo fatto per riuscire ad accedere a futuri finanziamenti”.

Chiude Piazza: “E adesso con quel prato cosa ci facciamo? Non è stato vinto il bando, sono stati tolti 300 mila euro dall’accantonamento e in più ci sono 150 mila euro di mutuo che l’Amministrazione deve pagare”.

Intervenuto a consiglio chiuso anche il segretario comunale Francesco Chicca per cercare di sedare gli animi: “In questo Consiglio c’è troppa tensione e in questa tensione non bisogna usare esche e trabocchetti. Stiamo dando uno spettacolo che è al limite. Se si riesce ad essere tutti maggiormente attenti al mandato riusciamo, ciascuno con le proprie prerogative, a fare di tutto per tutelare l’interesse pubblico e societario. Cerchiamo di evitare le ruspe e vediamo di capire se è possibile fare un’opera di salvataggio e rimodulazione senza troppi effetti contabili e salvare così la faccia del territorio. Mettiamo tutte le miglior risorse tecniche, giuridiche e amministrative su queste questioni che stanno lacerando la dialettica in consiglio“.