A 5 mesi dalla frana alzaia dell’Adda ancora interrotta. “Dimenticati dalla Regione”

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L’assessore regionale Lucente ha risposto all’interrogazione di Azione sulla frana lungo l’alzaia dell’Adda

“Una risposta tiepida. Vogliamo potenziare il turismo, eppure non interveniamo per il ripristino del percorso ciclopedonale tra Lecco e Monza Brianza”

PADERNO D’ADDA – “Regione, in prima linea nella realizzazione dei giochi olimpici, si dimentica dell’importanza nevralgica della ciclovia dell’Adda”. Non nasconde delusione e preoccupazione Eleonora Lavelli, segretaria provinciale di Azione, per la risposta “tiepida” fornita da Regione Lombardia, tramite l’assessore Franco Lucente, all’interrogazione presentata dal consigliere regionale Massimo Vizzardi.

“Subito dopo la frana, avvenuta ormai cinque mesi fa, abbiamo sollecitato la presentazione di un’interrogazione sia in Regione che al Ministro dell’Ambiente, a firma dell’onorevole Giulia Pastorella, che si è personalmente recata allo Stallazzo e in prossimità della frana per un sopralluogo” precisa Lavelli, ricostruendo i passi effettuati dalla sezione lecchese di Azione per tenere viva l’attenzione sulla questione.

A oggi è giunta solo la risposta di Regione, giudicata troppo blanda e poco efficace. Nel ricapitolare come le due frane, abbattutesi sul versante posto sopra la strada alzaia lungo il Naviglio di Paderno, nel tratto in Comune di Cornate d’Adda, tra la Centrale Edison Bertini e la Conca di Mezzo, interessando il muro di contenimento del versante sovrastante l’alzaia e l’arginatura del Naviglio di Paderno, Lucente ha sottolineato come siano attualmente interrotti sia il percorso cicloturistico di interesse regionale Pcir 3 Adda, sia gli altri percorsi afferenti, nonché il collegamento con le strutture presenti nel territorio del Comune di Paderno D’Adda a servizio del percorso cicloturistico.

Constatazioni, corredate dall’aggiunta l’attivazione, da parte dell’amministrazione comunale di Cornate d’Adda, della procedura di segnalazione a Regione attraverso il sistema Rasda (raccolta schede danni), seguito da un sopralluogo tecnico, a cui però non faranno seguito interventi concreti. Lucente ha infatti spiegato come “la Dg trasporti e mobilità sostenibile non ha possibilità di attivare finanziamenti per interventi in somma urgenza a seguito di eventi calamitosi. La Direzione potrà agire, eventualmente, per la sistemazione finale del tratto, nell’ambito della propria programmazione degli interventi per la fruizione del sistema dei Navigli lombardi sul triennio 2024-26 a seguito di specifica richiesta di finanziamento da parte del Consorzio ETV da produrre secondo criteri di priorità”.

Una risposta che sulla rive dell’Adda ha lasciato l’amaro in bocca. “Puntiamo ad attirare turisti sul nostro territorio, eppure non interveniamo convintamente per il ripristino di uno dei nodi strategici, lasciando scollegato il percorso ciclopedonale, di alta rilevanza ambientale e paesaggistica, tra le Provincie di Milano e Monza-Brianza e Lecco. Una risposta così tiepida ci preoccupa molto, perché manifesta un interesse fin troppo modesto sul tema” rimarca Lavelli che aggiunge: “Ci auguriamo che il rinnovo del Consiglio provinciale e l’elezione del nuovo Presidente del Parco Adda Nord, Giorgio Monti, a cui vanno i migliori auguri e che prende il posto di Francesca Rota, che ha lavorato bene in questi anni, possa contribuire a trovare una soluzione per ripristinare l’alzaia, in sinergia con il Consorzio Est-Ticino Villoresi, a cui chiederemo ragguagli”.

La risposta fornita da Regione lascia del resto perplessa anche la Cooperativa Solleva. “Leggo con delusione il non riconoscimento dell’impegno della cooperativa Solleva (mai citata) ed esprimo forte preoccupazione per il destino nefasto che sembra prospettarsi per l ‘area ecomuseale” commenta il presidente Cavalier Luigi Gasparini.

“Il documento, a firma dell’assessore regionale Lucente, preferisce non entrare nella specificità propria della urgenza degli interventi e si demandano ad altri soggetti le responsabilità di operare genericamente (senza soldi) per il ripristino della percorribilità della alzaia. Se queste sono le premesse, a questo punto la chiusura della Cooperativa Solleva sarà inevitabile, con il risultato di lasciare l’intero territorio abbandonato a sé stesso, meta di malavitosi. Si distrugge in breve ciò che è stato costruito pazientemente in lunghi anni: Stallazzo, Santuario della Rocchetta, scavi archeologici, Museo della conca madre, Chiesina dell’Addolorata”.

Gasparini conclude: “Posso comunque assicurare gli amici che mi seguono che mi batterò, fino all’ultimo, perché la prospettiva sopra descritta non abbia a trovare realizzazione, non rinuncerò a mettere a nudo le negligenze dell’amministrazione pubblica e a manifestare tutto il dissenso, anche ai massimi livelli delle istituzioni italiane. Faccio appello al mondo del volontariato culturale e sociale perché si possa realizzare insieme una cordata solida ed efficace”.