Il trapper lecchese fermato di notte dai Carabinieri nonostante la sorveglianza speciale
De Corato: “Misura troppo soft per questi ragazzi”
MILANO/LECCO – Nuovi guai per il trapper Baby Gang (Zaccaria Mouhib) fermato dai Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Milano alla guida della sua Lamborghini nonostante giudici avessero disposto a suo carico la sorveglianza speciale, considerandolo soggetto socialmente pericoloso, con obbligo di restare in casa tra le 22 di sera e le 7 di mattino.
I militari lo hanno fermato intorno alle 5 in via Gioia, denunciandolo per violazione delle prescrizioni imposte dalla sorveglianza speciale. Nonostante il provvedimento, i giudici gli avevano lasciato la possibilità di esibirsi in concerti, l’ultimo quello del 14 dicembre al Forum di Assago (15 mila gli spettatori presenti, ndr), dove con lui sul palco sono saliti i più famosi artisti del panorama rap italiano.
Sui nuovi guai del trapper lecchese si è espresso Riccardo De Corato, deputato di FdI: “Ancora una volta il Trapper “Baby Gang”, già con precedenti, è stato denunciato dalle Forze dell’Ordine dimostrando di non rispettare le leggi e di fare ciò che vuole non rispettando la “sorveglianza speciale” che gli era stata afflitta. Quest’ultima misura, come dimostrano i fatti, è troppo soft per questi ragazzi. Ricordo che questo Trapper, nato a Lecco ma di famiglia marocchina, utilizza spesso le sue canzoni come strumento per istigare alla violenza attraverso anche l’uso di armi (vedi foto). Stiamo parlando, per chi non lo avesse capito, di giovani di seconda generazione, cresciuti e nati in Italia ma da famiglie arabe, che evidentemente non hanno mai voluto integrarsi. Niente regole del vivere civile, per loro solo le regole della strada tra risse, accoltellamenti, sparatorie e persino sequestri. L’aggravante, poi, è il notevole numero di follower (solo “Baby Gang” ha oltre 6,4 milioni di ascoltatori mensili su Spotify, conta oltre 2,2 milioni di follower su Instagram e 1,5 milioni di iscritti al canale Youtube) che questi soggetti hanno, che sono un cattivo e pessimo esempio per i loro coetanei arabi e, in particolare, per i ragazzini più giovani delle periferie. Nel corso degli ultimi anni, “Baby Gang”, aveva già commesso una serie di gravi reati. Per tutti questi soggetti, che alla loro base ci sono quasi sempre violenze utilizzo di armi da fuoco, occorrono norme e rimedi più severi, perché una volta liberi continuano a compiere atti criminali in giro per le città. Questi rapper/trapper istigano i loro coetanei stranieri delle periferie milanesi, anche attraverso i social, a protestare e a compiere le rivolte che puntualmente si verificano in città. Per tutti questi trapper/rapper già condannati è necessario mettere in atto nuove norme e nuovi dispositivi di legge più idonei. Ringrazio la pattuglia radiomobile dei Carabinieri per i controlli”.