Montevecchia: servono ancora tempo e soldi per riaprire via Belvedere a doppio senso

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Assemblea pubblica questa mattina, sabato, per parlare della situazione di via Belvedere

La strada potrà essere aperta a doppio senso per mezzi con portata inferiore a 3,5 tonnellate: servono però impianti semaforici di controllo e interventi di risanamento del marciapiede

MONTEVECCHIA – Il pendio è stabile, ma per riaprire via Belvedere, la strada che sale in Alta collina, a doppio senso di marcia, servono ancora tempo, soldi e tanta… pazienza.
È quanto emerso questo mattina, sabato, durante l’assemblea pubblica convocata dall’amministrazione comunale in sala civica.

A introdurre l’incontro, molto partecipato, è stato il sindaco Ivan Pendeggia che ha ricostruito la cronistoria della vicenda che ha portato l’amministrazione comunale, poco più d un anno fa, a disciplinare la viabilità a senso unico alternato in attesa di un’analisi accurata e approfondita, a livello ingegneristico e geologico, della tenuta della strada, fino a qualche anno fa di proprietà provinciale, realizzata in parte a sbalzo lungo il pendio della collina.

Al microfono il sindaco Ivan Pendeggia

“La prima relazione in nostro possesso risale al gennaio 2023 quando il geologo Cattaneo ci aveva illustrato che via Belvedere e via Alta Collina erano come una bella signora di una certa età a cui cominciavano a vedersi le rughe e a manifestarsi dei problemi di salute” ha precisato il primo cittadino. Un’analisi irrobustita anche dal parere di uno studio di ingegneria, in cui veniva ribadita l’urgenza di intervenire sulla cattiva regimazione delle acque, riscontrando anche la presenza di calcestruzzi degradati in alcuni punti.

Indicazioni che, seppur basate esclusivamente su osservazioni visive, avevano portato l’amministrazione comunale ad agire in maniera prudenziale a sostegno della sicurezza dei cittadini, istituendo il senso unico alternato in un tratto di via

Lorenzo Mariani

Belvedere, affidando nel contempo l’incarico a ingegneri strutturisti e geologici di produrre “prove tecniche incontrovertibili” sulla tenuta, geologica e strutturale, di strada e collina.

 

A dare conto di questi risultati sono stati questa mattina gli stessi professionisti, indicando anche, insieme agli amministratori, quali saranno i prossimi passi da compiere.
Lorenzo Mariani, ingegnere di Tekno Progetti, ha così messo in luce come la strada, seppur presenti elementi di degrado, non versi in una condizione tale da compromettere la percorribilità per mezzi di portata inferiore alle 3,5 tonnellate. “La chiamiamo strada, ma in realtà è un viadotto con presente anche una porzione di marciapiede quest’ultimo sì tale da manifestare un degrado che ne ha compromesso parzialmente la capacità portante”.

Il che vuol dire che prima di ripristinare la fruibilità per i pedoni del camminamento a loro riservato bisognerà effettuare una prova di carico che l’amministrazione comunale intende effettuare il prima possibile, affidando l’incarico già lunedì in modo da accorciare il più possibile i tempi. L’indagine servirà a certificare che la porzione di strada dedicata al transito pedonale è in grado di reggere, in attesa dei lavori di risanamento, un sovraccarico stimato in 50 kg al metro quadro, corrispondente a un certo affollamento.

Ben più lunga appare invece l’attesa per il ripristino del doppio senso di marcia in via Belvedere. Perché l’esigenza di provvedere a un sistema automatico di controllo degli accessi, tale da bloccare con una sbarra (“che funzionerebbe con lo stesso meccanismo del Telepass”) il passaggio dei mezzi pesanti sopra le 3,5 tonnellate, è subordinata (almeno questa pare a oggi l’intenzione) a un radicale intervento di messa in sicurezza del marciapiede.

“Gli step, a oggi, sono questi: provvedere subito all’affidamento per la prova di carico sul marciapiede, dal costo di circa 5mila euro. Dopodiché, dovremo reperire le risorse per i lavori da circa 700mila euro per il marciapiede e infine trovare anche i 200mila euro per la posa di un sistema semaforico con segnali luminosi, celle di carico e sbarramento meccanico per impedire l’accesso ai mezzi non autorizzati” ha spiegato Pendeggia alternandosi alla parola con l’ingegner Mariani. Quest’ultimo ha precisato le motivazioni, tecniche ed economiche, per cui la scelta di intervenire sui marciapiedi (sbloccando in un secondo momento via Belvedere) è considerata prioritaria, puntualizzando che riaprendo al doppio senso la strada non solo si solleciterebbe ulteriormente il marciapiede, ma ci si potrebbe trovare nella condizione di doverlo poi demolire e rifare, provocando un ulteriore aumento dei costi.

Una decisione accolta con qualche mugugno dal pubblico presente, che avrebbe voluto ricevere notizie più positive e tempi certi in merito alla riapertura a doppio senso della circolazione stradale.
“Al momento non siamo in grado di fornire tempistiche precise” ha risposto Pendeggia a chi paventava almeno un altro anno di senso unico alternato nel tratto interessato. “A meno che non ci prendiamo il rischio di aprire prima” ha aggiunto il primo cittadino, sottolineando però la necessità di effettuare nuovi approfondimenti con i tecnici(che hanno anche evidenziato come le condizioni del viadotto dovranno venire analizzate ogni sei mesi al fine di verificarne la tenuta) delle conseguenze di una simile scelta.

Luisella Colombo

Molto più rassicuranti sono apparse invece le parole dei geologi Luisella Colombo e Cesare Resnati che sono arrivati alle conclusioni che le piccole lesioni presenti sulla pavimentazione stradale non sono dovute a movimenti del terreno. “La strada non presenta pericoli di frana ed è stabile. La situazione più brutta a livello visivo è sotto la trave di collegamento perché in quel tratto il versante non è stato terrazzato e si sono verificate asportazioni di terreno fino alla roccia”.

Non ci sono però pericoli di crolli. “Il pendio è stabile e tutto ciò che appare come crepa o frattura p dovuto all’attività umana e non a un movimento del terreno – ha chiosato Pendeggia, ammettendo di aver tirato un bel sospiro di sollievo -. In poche parole, insomma, la collina è sana: bisognerà prestare attenzione alla regimentazione delle acque e suggerire ai privati di effettuare i terrazzamenti nelle parti dove si è evidenziato un dilavamento”.

Cesare Resnati con la vice sindaco Francesca Colombo

Le analisi dei professionisti hanno quindi permesso di slegare i fenomeni geologici registrati in collina a quelli della tenuta strutturale di strada e marciapiede. Come messo nero su bianco dall’ingegner Mariani nella conclusione della relazione, gli interventi di manutenzione e risanamento strutturale su strada e marciapiede sono necessari “a causa della scarsa qualità dei materiali utilizzati all’epoca della costruzione che non hanno dimostrato la capacità di garantire l’adeguata durabilità delle opere stesse e delle stato di conservazione riscontrato”.