Milano risponde al carovita con ironia e spirito di adattamento: nasce il “poveritivo”

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Un nuovo format social nato tra amici rilancia l’aperitivo economico: sotto gli 8 euro con drink e stuzzichini in tutta la città

MILANO – Milano, la città dove il tramonto è spesso color aranciata spritz e la socialità ha il profumo del Campari, oggi si reinventa. E lo fa con leggerezza, ironia e un occhio al portafoglio. Dimenticate l’aperitivo da 15 euro con finger food gourmet e vista panoramica: è il tempo del “poveritivo”, il rito serale che non ti svuota il conto in banca, ma ti riempie comunque la serata.

Nato quasi per gioco, cresciuto come esigenza e consacrato dai social, il poveritivo è molto più di un happy hour a prezzo contenuto: è una risposta collettiva all’inflazione, una trovata creativa tutta milanese, che racconta di giovani, studenti, lavoratori precari ma anche consumatori consapevoli che vogliono continuare a vivere la città… senza essere costretti a farlo a rate.

Dal cuore di Primaticcio ai social: cronaca di un trend virale

Tutto è partito in modo semplice, spontaneo, quasi casuale. Un gruppo di amici, due nomi su tutti: Martina e Anita. Un bicchiere in mano, un occhio al prezzo, un video veloce. Il primo post su Instagram – un’inquadratura rapida del Bar Neo in zona Primaticcio, uno Spritz onesto e un piattino colmo – ha fatto il resto. Quel contenuto ha avuto l’effetto domino: like, condivisioni, richieste di segnalazioni. E boom, nasce la pagina Poveritivo, guida urbana per aperitivi sotto gli 8 euro. Poco dopo, anche TikTok si è riempito di recensioni con tovagliolini pieni di appunti: costi, atmosfera, qualità (senza peli sulla lingua).

Nel frattempo, il passaparola digitale ha fatto esplodere il format. L’idea ha preso piede, è uscita dai confini di Primaticcio e ha conquistato Porta Venezia, Isola, Ortica, Città Studi, Bocconi e oltre.

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Bere bene spendendo poco: missione possibile

Dietro l’ironia del nome – un mix tra “poveri” e “aperitivo” – c’è una filosofia precisa: rendere accessibile un rito collettivo che Milano ha esportato in tutta Italia, senza snaturarlo. I locali aderenti non si limitano a scontare i prezzi: semplificano i menù, scelgono fornitori locali, sperimentano cocktail creativi con ingredienti economici ma ben pensati. In cambio, ottengono più clientela e maggiore visibilità. Il tutto con una narrazione accattivante, che trasforma il risparmio in tendenza.

Ecco alcuni indirizzi da segnarsi: Love in via Melzo, Trattoria della Madonnina in zona Ticinese, Frida e Casa Ramen Super in Isola, Bar Quisibeve in zona Bocconi, fino a perle come Briciole di Grano in via Martinetti o il Bar dell’Angolo in via Hayez. Luoghi che stanno riscrivendo le regole della movida meneghina.

Un aperitivo per tutti, ma non per caso

Il poveritivo non è – come potrebbe sembrare a chi lo guarda con sufficienza – un piano B per chi non può permettersi altro. Al contrario, è spesso la scelta consapevole di chi preferisce spendere altrove, magari in esperienze, viaggi, cultura o mobilità sostenibile. È un modo per continuare a vivere la città, ma in modo intelligente. Per dirla con le parole di una delle fondatrici della pagina: “Non è un aperitivo da poveri, è un aperitivo popolare”.

Una tendenza che potrebbe diventare format

Come è successo con lo street food gourmet o il brunch, anche il poveritivo potrebbe presto diventare un format esportabile. Ha tutti gli ingredienti giusti: una causa sociale forte, un nome virale, un bisogno reale e una narrazione autentica. E soprattutto, ha intercettato un nuovo stile di vita urbano, fatto di relazioni, consapevolezza e leggerezza.

Perché, alla fine, la verità è semplice: nessuno vuole rinunciare alla socialità. Ma oggi si cerca un modo nuovo per viverla. Il poveritivo è la risposta di Milano. E forse, presto, lo sarà anche di molte altre città.

Quindi, la prossima volta che senti dire “ci vediamo per un poveritivo?”, sappi che non è una rinuncia. È una piccola rivoluzione servita con ghiaccio e fetta d’arancia.