Mostre “I volti della cura oltre la paura” e “Lo spazio-ricomposto”
Immagini che parlano di cura e creatività
LECCO – Le mostre fotografiche allestite a Palazzo delle Paure, I volti della cura oltre la paura (nella Fototeca) e Lo spazio-ricomposto (al piano terra), sono state prorogate, rispettivamente, fino al 20 luglio e al 19 ottobre.
I volti della cura oltre la paura, promossa da Asst Lecco in collaborazione con il Comune di Lecco e il Si.M.U.L. – Sistema Museale Urbano Lecchese, racconta attraverso le fotografie di Marco Di Prinzio il lavoro degli operatori sanitari durante la pandemia da Covid-19.
“La pandemia da SARS-CoV-2 ha profondamente segnato la nostra epoca, lasciando un’impronta indelebile nella memoria collettiva. Anche a Lecco, come nel resto del mondo, il virus ha stravolto la quotidianità, portando con sé dolore, incertezza e paura” spiegano gli organizzatori.
Nelle sale al piano terra di Palazzo delle Paure sono esposti oltre quaranta scatti in bianco e nero che documentano l’attività di cura all’interno dell’Ospedale “Alessandro Manzoni” di Lecco: immagini di forte impatto emotivo, che attraverso volti e gesti raccontano l’impegno e la dedizione degli operatori sanitari.
Medici, infermieri, OSS e tutto il personale degli ospedali lecchesi si sono trovati ad affrontare una crisi sanitaria senza precedenti. Il loro intervento non è stato soltanto professionale, ma profondamente umano. In molti hanno dato ben oltre il necessario: una carezza a un anziano, una videochiamata tra un paziente e i suoi familiari, una parola gentile anche nei momenti di estrema stanchezza. Gesti semplici ma carichi di significato, che hanno rappresentato la vera forza di una comunità capace di resistere, insieme, senza mai arrendersi.
L’iniziativa si inserisce nel calendario dei festeggiamenti per il venticinquennale dell’Ospedale “Alessandro Manzoni” di Lecco.
Inoltre, la mostra Lo Spazio ri-composto presenta una selezione di opere di fotografi che hanno esplorato la scomposizione dello spazio attraverso le tecniche del collage e del fotomontaggio. Queste pratiche, note fin dall’Ottocento, sono state recuperate in chiave artistica nel corso delle avanguardie storiche, dal Dadaismo al Futurismo, fino al Surrealismo, movimenti a cui si ispirano gli autori selezionati dai curatori Barbara Cattaneo, Luigi Erba e Roberto Mutti.
Allestite nella sala di Grafica e Fotografia, al secondo piano del polo museale di piazza XX Settembre, le opere in mostra propongono un viaggio visivo attraverso il linguaggio del collage e del fotomontaggio. Si parte da Jiří Kolář, artista praghese che si riappropria di celebri opere d’arte per rileggerle attraverso originali variazioni del collage, restituendo loro un nuovo significato. Giovanni Ziliani mette in discussione la presunta oggettività della fotografia, dimostrando come i mass media possano alterare profondamente il messaggio visivo originario.
Licinio Sacconi crea, con collage analogici e digitali, un universo fiabesco permeato di atmosfere oniriche e surreali. Anche Giancarlo Maiocchi, in arte Occhiomagico, esplora paesaggi immaginari con una visione dichiaratamente surrealista, ben rappresentata dalle copertine realizzate per la rivista Domus tra il 1981 e il 1982, in piena epoca Neo e Post Modern.
Maurizio Galimberti, invece, utilizza la fotografia non per descrivere la realtà, ma per penetrarne la struttura più intima, come nelle sue composizioni a mosaico ispirate a grandi capolavori del cinema. Il collage è elemento distintivo anche nei lavori di Giulio Ceppi e Giulio Cerocchi: quest’ultimo propone un percorso storico che va dai collage manuali, realizzati con forbici e colla, a quelli in formato digitale.
Chiude la rassegna Nicolò Quirico, che in Palazzi di parole offre una nuova chiave interpretativa dell’architettura, ricomponendo frammenti fotografici su pagine di vecchi libri, in un raffinato gioco tra immagine e parola.

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