Un fine settimana musicale che unisce il barocco veneziano alle emozioni romantiche del pianoforte e del violoncello
L’iniziativa si svolgerà il 2 e 3 agosto
LECCO – Il Festival di Bellagio e del Lago di Como entra nella sua settima settimana di programmazione, ripartendo dalla sponda lecchese. Il fine settimana si apre sabato 2 agosto con ben due appuntamenti: il primo concerto si terrà nel pomeriggio, alle ore 17, nella splendida cornice del Chiostro di Palazzo Belgiojoso a Lecco.
In programma, un affascinante viaggio musicale che prende avvio dall’”Autunno” di Vivaldi, stagione evocata con straordinaria sensibilità e vivacità pittorica dal compositore veneziano e che dà il titolo all’intero concerto, per poi proseguire con alcune delle sue pagine più brillanti, accostate a una raffinata incursione nella musica notturna di Luigi Boccherini.

“Il concerto si aprirà con uno dei capolavori più celebri della storia della musica: L’Autunno dalle Quattro Stagioni di Antonio Vivaldi. In questo brano, il compositore veneziano non si limita a evocare i colori e i ritmi dell’autunno, ma ne racconta vere e proprie scene di vita: i contadini che danzano e brindano dopo il raccolto, il cacciatore che insegue la sua preda, fino a giungere a un sonno profondo e ristoratore. Si tratta di musica fortemente narrativa, immersa nella natura, un esempio perfetto di quella che oggi definiremmo ‘musica a programma'” spiegano gli organizzatori.
Protagonista di questo primo brano sarà il violinista Luca Torciani, interprete di riferimento del repertorio barocco, apprezzato per la sua capacità di coniugare rigore stilistico e intensa espressività.
Il secondo brano condurrà il pubblico nel cuore dell’invenzione vivaldiana per violoncello, strumento che proprio Vivaldi contribuì a valorizzare come protagonista solista. Il Concerto in la minore è tra i più incisivi del suo catalogo, alternando momenti di lirismo profondo ad altri di travolgente energia. A interpretarlo sarà Daniele Bogni, violoncellista di solida esperienza orchestrale e cameristica, dotato di raffinata tecnica e grande sensibilità musicale.
“Il breve Concerto ‘Alla rustica’ ci svela un Vivaldi giocoso e vivace, che si diverte a richiamare la musica popolare con ritmi energici e melodie semplici, come per trascinarci in una festa di campagna veneziana del Settecento – proseguono gli organizzatori – È una pagina brillante e ironica, un autentico gioiello orchestrale“.
A seguire, il viaggio musicale lascia per un momento Venezia per inoltrarsi in una passeggiata notturna nelle vie di Madrid, grazie a La musica notturna delle strade di Madrid di Luigi Boccherini. In questo brano, il compositore dipinge un quadro sonoro ricco di vita: si percepiscono le campane, le marce militari, i passi dei nottambuli e i dialoghi tra chitarre.
Non a caso, questa celebre composizione è diventata anche colonna sonora del film Master and Commander con Russell Crowe. Un’opera tra le più evocative di Boccherini, che rappresenta un affettuoso e ironico omaggio alla Spagna, terra d’adozione del compositore lucchese.

A chiudere il programma sarà un concerto doppio in cui violino e violoncello si dialogano, si sfidano e si rincorrono in un intreccio musicale affascinante. Nel Concerto in si bemolle maggiore, Vivaldi celebra la complicità tra i due strumenti, alternando virtuosismi brillanti a momenti di intenso lirismo. Un finale che esalta l’intesa tra i due solisti e l’armonia complessiva dell’ensemble.
La sera del 2 agosto, il Festival si sposta dalla sponda lecchese a quella comasca per il gran finale, che si terrà alle ore 21 nella splendida cornice dell’Auditorium dei Cappuccini della Fondazione Rockefeller di Bellagio. Protagonista del concerto sarà la giovane pianista Vera Cecino, vincitrice della sezione Solisti del Concorso Internazionale per Concertisti Cosima Wagner 2024.
Il programma si aprirà con il Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 in fa minore, op. 21, nella sua rara e affascinante versione per pianoforte e quartetto d’archi. Questa riduzione ottocentesca, diffusasi parallelamente alla crescente popolarità del brano nei salotti e nelle sale più intime, è stata adottata e adattata da diverse mani, tra cui alcuni allievi di Chopin.
Pur sostituendo l’orchestra con un quartetto d’archi composto da due violini, viola e violoncello, la trascrizione mantiene intatta la parte solistica, restituendo al concerto una dimensione più raccolta ma non meno intensa.
Composto nel 1829, il Concerto n. 2 fu in realtà il primo dei due concerti per pianoforte scritti da Chopin, sebbene venne pubblicato in seguito. Il giovane compositore polacco, allora appena ventenne, lo concepì come un veicolo per affermarsi sia come interprete che come autore nelle grandi capitali europee. La scrittura orchestrale, spesso considerata convenzionale, lascia volutamente il ruolo da protagonista al pianoforte, vero alter ego del compositore.

Il primo movimento, Maestoso, si apre con un’introduzione orchestrale solenne, cui segue l’ingresso del pianoforte che sviluppa un discorso lirico e virtuosistico. Il secondo movimento, Larghetto, è uno dei momenti più poetici dell’intero repertorio chopiniano, ispirato da un amore giovanile e intriso di malinconia notturna. Il finale, Allegro vivace, brillante e danzante, richiama i ritmi popolari polacchi e chiude il concerto con vitalità e leggerezza.
“A seguire, il programma propone le Variazioni su un tema di Corelli, op. 42, di Sergej Rachmaninov (1873–1943). Composta nel 1931 durante il soggiorno nel suo chalet svizzero, questa raccolta di venti variazioni su un tema barocco rappresenta uno degli ultimi lavori per pianoforte solo del compositore russo. Il ‘tema di Corelli’ è in realtà La Folia, una celebre progressione armonica e melodica che ha ispirato numerosi autori nel corso dei secoli – proseguono gli organizzatori – Rachmaninov utilizza questo materiale con grande libertà creativa, alternando variazioni virtuosistiche a momenti di profonda introspezione. L’opera mostra un linguaggio più asciutto e riflessivo, ormai distante dal tardo romanticismo degli esordi, pur conservando intatta l’inconfondibile impronta emotiva dell’autore”.
Gli organizzatori evidenziano: “Vera Cecino, giovane pianista italiana tra le più promettenti della sua generazione, offre con questo programma una maturità interpretativa sorprendente. Attraverso il confronto tra due autori così diversi, Chopin, lirico e sentimentale, e Rachmaninov, intenso e strutturato, ci conduce in un viaggio profondo nell’anima romantica del pianoforte, esplorandone le forme più pure: il concerto e la variazione”.
L’ultimo appuntamento della settimana si svolgerà a Bellagio. Domenica 3 agosto alle ore 21, nella suggestiva cornice della Chiesa dei SS. Materno e Ambrogio a Civenna (frazione di Bellagio), si potrà riascoltare Emmanuel Acurero, vincitore della Sezione Solisti del Concorso Internazionale Cosima Wagner.
Il concerto offrirà un confronto affascinante e profondo tra autori di tre epoche diverse, attraversando stili e voci uniche del repertorio per violoncello solo. Una serata all’insegna della bellezza, della sfida tecnica e dell’introspezione sonora.
“Le Suite per violoncello solo di Johann Sebastian Bach, tra le opere più amate e misteriose del repertorio strumentale, saranno protagoniste: composte intorno al 1720 probabilmente per la corte di Köthen, queste suite trasformano una serie di danze in un viaggio spirituale. La Suite n. 2 in re minore è intima, malinconica e profondamente introspettiva; la sua Sarabanda è considerata una delle pagine più toccanti mai scritte per lo strumento. La Suite n. 5 in do minore, invece, è solenne e architettonica, con la celebre scordatura della corda più alta che conferisce un timbro più scuro e risonante” commentano gli organizzatori.
“Si prosegue poi con Alfredo Piatti, violoncellista e compositore italiano dell’Ottocento, uno dei più grandi virtuosi del suo tempo. I suoi 12 Capricci per violoncello solo sono spesso paragonati ai Capricci di Paganini per violino, vere miniere di tecnica, fantasia e lirismo – proseguono i responsabili dell’iniziativa – Il Capriccio n. 7 si distingue per il carattere brillante e quasi orchestrale, con arpeggi e accordi che evocano l’eco di un ensemble, mentre il Capriccio n. 9 ha un tono più lirico e cantabile, quasi operistico, che rivela l’anima melodica del violoncello italiano”.
Gli organizzatori presentano così l’ultimo autore in programma, Jean-Louis Duport: “Violoncellista francese del periodo classico e contemporaneo di Beethoven, con cui collaborò a Berlino, Duport sarà rappresentato dallo Studio n. 7, uno dei suoi 21 studi che ancora oggi costituiscono un pilastro nella formazione di ogni violoncellista. Questo brano unisce rigore formale e raffinatezza tecnica, configurandosi come un vero e proprio poema musicale, dove articolazione, fraseggio e controllo espressivo si fondono in un equilibrio perfetto”.
Un programma che offre uno sguardo privilegiato su tre diverse concezioni della scrittura per violoncello solo: la forma danzante e architettonica di Bach, il virtuosismo romantico e melodico di Piatti, e la chiarezza classica di Duport. Un viaggio che dimostra come uno strumento solo possa parlare con la voce di un’intera orchestra e con l’intimità di un’anima che si racconta.
Per info: www.bellagiofestival.com

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