Sabato 6 e domenica 7 settembre la delegazione lecchese ha preso parte alle celebrazioni in piazza San Pietro insieme ai rappresentanti del Cai Centrale
ROMA – Roma ha accolto nel fine settimana migliaia di fedeli per la canonizzazione di Pier Giorgio Frassati, il giovane torinese conosciuto come “l’alpinista di Dio” e punto di riferimento spirituale per il mondo della montagna. Tra i presenti, anche una folta delegazione del Club Alpino Italiano, tra cui una rappresenza anche del Cai Lecco.
A guidare i lecchesi, la presidente del Cai di Lecco, Paola Frigerio, affiancata da altri soci tra cui Paola Acquistapace, Raimondo Brivio e Chiara Spinelli. Con loro, sul sagrato di piazza San Pietro, anche i consiglieri centrali Federico Bressan e il lecchese già presidente del Cai Lecco e dei Ragni di Lecco Alberto Pirovano, attuale coordinatore del consiglio.

Il programma ha preso il via sabato con l’udienza giubilare, quando la delegazione del Cai ha potuto assistere da vicino all’incontro con Papa Leone XIV. Domenica, momento culminante, la solenne messa di canonizzazione. “È stato toccante trovarsi così vicini al Papa e vivere un momento davvero emozionante», ha commentato la presidente Frigerio.
La figura di Frassati ha da sempre un legame speciale con l’alpinismo e con il Cai. Non a caso, una delle cime simbolo della Patagonia, il Cerro Piergiorgio (2.719 metri), porta il suo nome: una montagna di granito dalle pareti verticali, battezzata nel 1935 dal missionario ed esploratore salesiano Alberto De Agostini. A lui sono intitolati anche numerosi sentieri in Italia, tra cui i percorsi “Frassati” promossi proprio dal Cai, che uniscono spiritualità e cammino in montagna.
Frassati, nato a Torino nel 1901 e morto prematuramente a soli 24 anni, ha incarnato un modello di fede attiva e concreta. Studente, alpinista, terziario domenicano e membro di associazioni cattoliche e di volontariato, si dedicò agli ultimi con una generosità che colpì i suoi contemporanei. Beatificato da Giovanni Paolo II nel 1990, domenica scorsa è stato proclamato santo da Papa Leone XIV, entrando a far parte della schiera dei cosiddetti “santi sociali torinesi”.
Un riconoscimento che il Cai ha voluto vivere da protagonista, nel segno di un legame antico tra fede, solidarietà e montagna.

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