Sul Lario olive poche, resa in aumento: “Del 10% o poco superiore”

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Al frantoio di Biosio il grosso del prodotto da Valtellina e Alta Brianza, quantità minime dal lago

Durante la Festa della Molitura del 28 novembre discusso il futuro del settore

BELLANO – 600-700 quintali di olive lavorate complessivamente, con gran parte del prodotto proveniente da Valtellina e Alta Brianza, che hanno dato una resa del 10% o superiore. “Valore complessivamente buono quest’ultimo – commenta Leonardo “Poppo” Enicanti, vicesindaco di Bellano e gestore dell’omonima azienda agricola di cui fa parte anche il frantoio di Biosio – superiore rispetto all’anno passato. Si tratta tuttavia ancora di dati approssimativi”. Unica nota positiva di una stagione rivelatasi tra le più complicate per il comparto e che, con la chiusura del frantoio lunedì e il conseguente termine della molitura, rende ancor più evidenti le sue criticità.

Come ci aspettavamo, abbiamo avuto quantitativi bassi di olive, soprattutto dai produttori sul lago. Alcune partite erano anche belle, ma ne abbiamo dovuto respingere altre perché la qualità era molto bassa e il prodotto non lavorabile. In alcuni casi la maturazione delle olive si è verificata una quindicina di giorni prima del previsto”, continua Enicanti. Mosche e funghi hanno colpito le piante del Lario, meno gli oliveti in Valtellina e Alta Brianza dove, oltre a essere ridotte queste problematiche, c’è un legame diverso con la tradizione olivicola.

“Pochi i produttori di Lierna e Mandello, realtà che un tempo conferivano regolarmente facendo anche grossi numeri e che ora si stanno progressivamente riducendo. Il problema è anche il ricambio generazionale: i clienti che quando ho aperto il frantoio vent’anni fa avevano 65-70 anni ora, se ancora vivi, hanno superato l’ottantina. I figli non è detto che siano altrettanto motivati a coltivare gli ulivi. Questo comporta un lento ma costante calo dei produttori locali a differenza di quanto accade in Valtellina per esempio, dove si è sempre avuta un’agricoltura anche “casalinga”, portando le persone ad appassionarsi seppur non esperti del settore. Un tema su cui il territorio dovrà riflettere, per rilanciare un’olivicoltura più nuova e dinamica”.

E si avrà modo di farlo in occasione della Festa della Molitura prevista venerdì 28 novembre, in cui gli esperti del settore si confronteranno e verrà proiettato un cortometraggio sull’agricoltura montana, toccando in particolar modo l’olivicoltura, realizzato durante un anno intero di lavoro.

Un’occasione non solo per fare il punto, ma per interrogarsi sul futuro di una coltura che, nonostante le difficoltà, continua ad avere un ruolo identitario sul lago.