CALCO – Veniamo a conoscenza, in modo del tutto fortuito dello svolgimento di una gara di regolarità con motociclette sul Monte di Brianza. Non se ne sapeva nulla anche perché non c’è stata traccia sui media locali ed il tracciato del percorso non è stato possibile recuperarlo da nessuna fonte, autorizzando a pensare che dietro a ciò ci fosse la chiara volontà di non farlo sapere troppo in giro se non agli addetti del mestiere”.
A denunciarlo è l’associazione Monte di Brianza che, nell’impossibilità di entrare nel merito di dove sia passata la gara e dunque di valutare l’eventuale impatto sull’ambiente naturale, si pone le domande:
“Perché? Era proprio necessario? Perché consentire, sdoganandole e di fatto incentivando le gare motoristiche in territori dove il moto cross rappresenta già un’ autentica piaga che crea disturbo, mette a rischio l’incolumità di escursionisti, distrugge sentieri e con essi il lavoro di tanti volontari? Rappresenta l’unico strumento per valorizzare un territorio? Ricordando che il moto cross resta un’attività vietata su sentieri ed in bosco, le amministrazioni che autorizzano o patrocinano gare motociclistiche, in seguito, mettono in campo tutte quelle azioni di contrasto per contenere o stroncare il fenomeno sul loro territorio?”
Poi una riflessione finale: “E’ da queste cose che comprendiamo perché alcuni paesi non abbiano voluto aderire all’idea di un parco. Evidentemente, il Monte di Brianza deve continuare a svolgere quel ruolo di “terra di nessuno” per accogliere minoranze allontanate da altri luoghi. Con rammarico apprezziamo la coerenza perché sarebbe stato doppiamente deleterio ed imbarazzante avere nel PLIS comuni che autorizzano gare di moto cross. Sarebbe stato un messaggio tipicamente italiano: è territorio protetto. E’ parco……ma si può fare tutto!”