MILANO / LECCO – L’estate si annuncia non solo con l’innalzamento delle temperature, ma anche con l’inquinamento da ozono. Secondo i dati registrati dalle stazioni fisse di rilevamento di Arpa Lombardia, la concentrazione di questo gas tossico nella giornata di domenica ha superato in quasi tutta la Lombardia le soglie di allerta oltre le quali le autorità sono tenute a svolgere attività capillari di informazione ai cittadini, per prevenire comportamenti a rischio.
Al momento i picchi più elevati di ozono si registrano nel varesotto e in Brianza, con superamenti anche nel milanese e nell’area lecchese. Ma le previsioni meteo non lasciano molte speranze di miglioramento in questa settimana: nessun territorio della pedemontana e pianura lombarda è immune dice Legambiente. “Sarebbe dunque il momento di far scattare l’informazione ai cittadini. Questo è quanto succede nel vicino Canton Ticino, territorio che è ‘vittima’ dell’inquinamento proveniente dall’area padana lombarda, in cui da giorni i giornali e i bollettini televisivi quotidiani informano gli abitanti sulla situazione dell’aria e sui comportamenti corretti. I cittadini lombardi, invece, non dispongono della stessa premura: l’informazione sul rischio ozono è difficile da rintracciare, compare solo nota informativa sul sito di ARPA Lombardia”.
“Se respiriamo la stessa aria dei vicini svizzeri, e per di più siamo noi lombardi ad avere le responsabilità maggiori sul suo inquinamento, per quale ragione l’allerta sanitaria nella nostra regione non si percepisce? Non ci stancheremo, come ogni anno, di denunciare la grave sottovalutazione dell’inquinamento estivo da ozono. – dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – In situazioni come quella che stiamo vivendo è imperativo, per le autorità pubbliche, diramare informazioni capillari ai cittadini, per evitare che essi assumano inconsapevolmente comportamenti pericolosi per la loro salute, peggiorando gli effetti nocivi dell’inquinamento da ozono, soprattutto per le vie respiratorie”.
Anche per contrastare la cronica sottovalutazione del problema ozono, Legambiente ha attivato una campagna di monitoraggio con partner di regioni italiane, austriache, francesi e spagnole: i Paesi dell’Europa occidentale in cui, a causa della combinazione tra emissioni da traffico e livello d’irradiazione solare, si misurano le situazioni peggiori quanto a livelli di ozono in atmosfera. Il progetto CAPTOR (www.captor-project.eu), finanziato dalla UE, è una vera piattaforma di citizens science, con installazione di una rete di centraline di rilevamento dell’ozono per produrre dati puntuali di esposizione all’inquinante e azioni di sensibilizzazione della cittadinanza.
Legambiente ricorda che gli orari più critici per gli alti livelli di ozono sono quelli del pomeriggio, ma anche della prima serata, perché la quantità di questo inquinante resta nell’aria anche nelle prime ore dopo il tramonto del sole. Dunque, se possibile, le attività all’aperto dovrebbero essere limitate alle ore mattutine, mentre nel resto della giornata è consigliabile tenere ben chiuse porte e finestre di casa. Un’attenzione particolare va posta ad anziani e bambini, i soggetti più a rischio. È bene anche fare attenzione al fumo e ad altre sostanze irritanti presenti in ambienti domestici e lavorativi, considerando che la tossicità dell’ozono aumenta considerevolmente la vulnerabilità delle mucose respiratorie. Se nelle città l’ozono esercita la sua azione nociva in combinazione con gli altri inquinanti da traffico, la situazione non migliora in aree verdi e montane: perché a differenza delle altre sostanze, l’ozono tende ad avere valori molto alti proprio in aree aperte e spazi rurali, anche in montagna o sulle rive dei laghi.
Legambiente chiede, al contempo, anche un piano d’azione per prevenire l’inquinamento da ozono: “È significativo che nei giorni scorsi si siano incontrate tutte le regioni padane con il ministro dell’Ambiente, ma nel protocollo siglato la parola ‘ozono’ non compare. – sottolinea Barbara Meggetto – Quello da ozono è un inquinamento determinato da traffico veicolare e attività industriali, che producono precursori altrettanto tossici, vale a dire gli ossidi d’azoto. Le politiche di moderazione del traffico, da attuare anche in estate, si devono integrare con la gestione delle emissioni industriali, delle centrali termoelettriche e degli inceneritori. A caldaie domestiche spente, ma con alta domanda di elettricità per la climatizzazione, questi consumi pesano complessivamente per un terzo delle diffusioni di NOx”.