LECCO – Non fa mancare le proprie critiche il Coordinamento Cornizzolo all’iniziativa della sua acerrima nemica, l’azienda estrattrice Holcim, che domenica ha organizzato un Open day per “mostrare la cava dell’Alpetto in tutta la sua naturalezza”, come recita il comunicato stampa dell’impresa.
“Una giornata pensata per riflettere sul recupero ambientale, che per Holcim rappresenta una priorità strategica in tema di sostenibilità, e per scoprire e vivere questo spazio “ritrovato” da un punto di vista diverso rispetto a quello che tutti conoscono. Un invito a cui in molti hanno risposto positivamente tanto che a fine giornata si contavano circa 800 partecipanti”.
Un vero pugno nello stomaco per gli ambientalisti delle oltre 50 associazioni riunite nel Comitato a difesa della montagna, che martedì hanno deciso di replicare all’azienda, denunciando il “raggiro” escogitato dall’avversaria:
“Giocare con le parole è divertente, giocare con il futuro di un territorio molto meno, infatti, l’ultima trovata degli esperti in comunicazione al soldo della Holcim, non ci ha divertiti affatto – scrivono in una lettera – Il circo organizzato in data 16 settembre per promuovere l’anima ambientalista della multinazionale del cemento a colpi di scarponcini da escursione, giochi, attività all’aria aperta e semplici sapori locali, rattrista; i volantini che lo hanno promosso offendono. Quanto di naturale sia rimasto di un intero fianco del Monte Cornizzolo è sotto gli occhi di tutti e questo tentativo, mal riuscito, di stravolgimento consapevole della realtà impressiona e preoccupa”.
“Mistificazione in abiti da festa paesana, raggiri su carta patinata…nel tentativo di affilare le proprie armi comunicative, la Holcim – scrivono ancora – cade nel grottesco e viene da chiedersi da quale altro carico di cattivo gusto verremo colpiti”.
Il Coordinamento ha denunciato inoltre come il nuovo progetto di ripristino della Cava dell’Alpetto riguardi una parte assolutamente esigua del fronte di escavazione della Miniera, quella estrema occidentale. “Tutto il resto – spiegano – è, e resterà nei secoli, una ferita (bianca e rossa ) viva e non rimarginabile sul fianco del Cornizzolo”.