Presidio all’inceneritore. “Più riciclo, no al teleriscaldamento”

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VALMADRERA – Dentro i sindaci che approvavano il bilancio consuntivo, fuori la protesta del coordinamento lecchese Rifiuti Zero per chiedere un cambio di passo sulla politica dello smaltimento dei rifiuti nel lecchese: è quanto accaduto giovedì alla sede di Silea a Valmadrera, dove un 80ina di manifestanti si sono radunati di fronte all’inceneritore.

Per l’occasione il coordinamento ha preparato e consegnato una lettera agli amministratori lecchesi per spiegare le motivazioni del presidio e illustrare le loro proposte.

rifiuti zero silea (3)“I sindaci sono i rappresentanti dei cittadini e i nostri interlocutori, a loro spettano le scelte in materia di rifiuti – spiega il coordinatore di Zero Rifiuti, Gianni Gerosa – la gestione dei rifiuti avviene con i soldi della Tari e con le tasse pagate dalla cittadinanza a cui gli amministratori devono dare ascolto”.

Il tema principale è quello del teleriscaldamento, ovvero la trasformazione di energia attraverso la combustione della spazzatura indifferenziata, una proposta avanzata da Silea che punta ad investire ingenti risorse per realizzarla. Una proposta che ha trovato la forte contrarietà del coordinamento:

“Si parla di quasi 70 milioni di euro, nel frattempo la raccolta differenziata nel lecchese, che ci vedeva prima provincia nel 2006 con una percentuale sopra il 50%, ha rallentato il suo incremento, fermandosi al 60%. Oggi Lecco è al 40esimo posto rispetto alle altre province italiane. Il nostro sospetto – spiega Gerosa- è che l’ampliamento del forno abbia condizionato questo percorso virtuoso, facendo della raccolta differenziata un obiettivo non prioritario. Il forno di Valmadrera è in grado di bruciare fino a 120 mila tonnellate di rifiuti a fronte delle 49 mila che vengono raccolte sul territorio”.

Il timore dei manifestanti riguarda la possibile realizzazione di una rete di inceneritori che possano sopperire alle necessità di quei territori sprovvisti di tali impianti, quindi che anche Valmadrera importi rifiuti da altre province per sfruttare la propria potenzialità e sostenere così la quantità di rifiuti che richiederebbe il teleriscaldamento per funzionare.

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“Mentre a Lecco si guarda a questo progetto, l’Unione Europea ci chiede di portare la percentuale di riciclo al 75% entro il 2030. Nel lecchese non abbiamo dati precisi sul riciclo dei rifiuti. Quello che chiediamo non è la chiusura dell’inceneritore ma la sua trasformazione in una fabbrica di materiali a freddo,  entro il 2023, con costi inferiori al teleriscaldamento e che potrebbe incidere positivamente, non solo dal punto di vista ambientale, ma anche sull’occupazione”.

Il coordinamento chiede ai sindaci di investire sì, ma in analisi per verificare gli impatti dell’inceneritore sulla salute dei cittadini.

LA LETTERA CONSEGNATA AI SINDACIlettera ai sindaci