VARENNA – Nel 73° anniversario della fucilazione dei Partigiani di Rancio e del lago a Fiumelatte presso la località Montagnetta, il luogo dove i combattenti antifascisti furono messi a morte dopo la cattura dalle forze nazifasciste nel gennaio del 1945, il Comitato Provinciale di Lecco e sezione Lario Orientale dell’ANPI domenica ha organizzato l’annuale commemorazione.
Presenti all’evento il sindaco di Varenna, Mauro Manzoni, di Mandello Riccardo Fasoli, il vice sindaco di Bellano Thomas Denti, il vice presidente della Provincia Giuseppe Scaccabarozzi, il consigliere comunale di Lecco Bruno Biagi, oltre che i rappresentanti dei circoli Libero Pensiero e San Pio X.
Il sindaco Manzoni ha voluto ricordare che quest’anno ricorre anche il settantesimo dall’entrata in vigore dalla Costituzione Italiana, e ha ricordato il clima di grande fermento ideologico e le divisioni che comunque portarono alla stesura della nostra carta unitaria.
“È qui il luogo di ricordare che questa base di largo consenso – nonostante i dibattiti assai vivaci lungo il corso di tutti i lavori e gli antagonismi che dividevano allora il Paese – portò a una votazione finale del testo dalla Costituzione che raggiunse quasi il 90% dei componenti dell’Assemblea Costituente”.
Non solo emblematicamente”, ha osservato il sindaco Manzoni, “ma effettivamente la triplice firma apposta alla sua promulgazione il 27 dicembre 1947 sta a significare in modo causativo la coscienza unitaria dalla quale nasce: la firma di Enrico De Nicola, capo provvisorio dello Stato, erede della tradizione liberale, la firma di Umberto Terracini, Presidente dell’Assemblea Costituente e fondatore, con Gramsci e Togliatti, del Partito Comunista Italiano; e la firma di Alcide De Gasperi, Presidente del Consiglio e già primo successore di Sturzo alla segreteria del Partito Popolare”.
Diciamo con forza che la Costituzione è nata grazie al sangue versato da questi “resistenti per la libertà”, ha proseguito Manzoni, “Qui a Fiumelatte ne abbiamo una testimonianza viva e non distante da noi”. E concludendo: “Abbiamo il dovere di vigilare ogni giorno, incominciando dalle Istituzioni, perché ogni rigurgito fascista o para-fascista sia sradicato, in primis culturalmente, dalla nostra società.