Abbadia: scritti e poesie sugli alberi “per non dimenticare”

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Uno degli scritti affissi su un albero in piazza Carlo Guzzi, di fronte al municipio.
Uno degli scritti affissi dal Comune su un albero in piazza Carlo Guzzi, di fronte al municipio.

 

ABBADIA LARIANA – Peter, un bambino ebreo ucciso dai nazisti nel ghetto di Terezin, scrisse: “Su un acceso rosso tramonto, sotto gli ippocastani fioriti, sul piazzale giallo di sabbia, ieri i giorni sono tutti uguali, belli come gli alberi fioriti. E’ il mondo che sorride e io vorrei volare. Ma dove? Un filo spinato impedisce che qui dentro sboccino i fiori. Non posso volare. Non voglio morire”.

Terezin è un villaggio a 60 chilometri da Praga, divenuto tristemente famoso perché trasformato in un ghetto dove venivano raggruppati i bambini ebrei prima di essere smistati nei vari campi di sterminio. E loro, i bambini, scrivevano soprattutto poesie.

Lo si legge su uno dei cartelli affissi agli alberi di piazza Carlo Guzzi ad Abbadia Lariana, proprio di fronte al municipio, in occasione della Giornata della memoria.

Abbadia-Lariana_Giornata-memoria_2015 (1)Un’iniziativa voluta dall’amministrazione comunale e portata avanti in prima persona dall’assessore all’Istruzione e alla cultura, Laura Mandelli, che nei giorni che hanno preceduto l’odierna ricorrenza aveva lanciato un messaggio: “Occhio agli alberi in piazza del Comune e in via Don Luigi Alippi. In biblioteca abbiamo preparato “tracce” per non dimenticare. Non occorre tanto tempo per fermarsi e leggere… gli alberi. Passiamo di lì sempre. E quelle “tracce” rimarranno esposte per una settimana”.

La giornata dedicata alle vittime della Shoah era nata ad Abbadia nel segno del motto “Dal ricordo la speranza che l’uomo sia uomo ovunque nel mondo” e si è tradotta in un “tavolo” di libri e poesie sull’argomento presso la Biblioteca civica e appunto nelle “tracce della memoria” rappresentate da struggenti testimonianze affisse sugli alberi in centro paese.

Non mancano, tra gli scritti esposti, quelli di Primo Levi, deportato nel campo di concentramento di Auschwitz perché ebreo e scampato al lager nazista.

Su un albero si legge: “Avevamo deciso di trovarci, noi italiani, ogni domenica sera in un angolo del lager, ma abbiamo subito smesso perché era troppo triste contarci e trovarci ogni volta più pochi e più deformi, più squallidi. Ed era così faticoso fare quei pochi passi: e poi, a ritrovarsi, accadeva di ricordare e di pensare, ed era meglio non farlo”.

 

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Significativo anche uno scritto di Franco Mastroianni: “Il colore dell’odio ha cambiato anche il cielo e di stelle ora è spoglio. Sono tutte discese a segnare indumenti che ricoprono corpi dello spessore di un foglio, a milioni stipate le anime che resistono impavide. Spinato è quel filo che prima ricuce e poi soffoca le stelle di Davide”.

Abbadia non dimentica. E “leggere” gli alberi aiuta a ricordare.

DI SEGUITO, ALTRE IMMAGINI DELLE TESTIMONIANZE ESPOSTE AD ABBADIA LARIANA IN OCCASIONE DELLA GIORNATA DELLA MEMORIA