Al canile muore un ospite, la Brambilla chiede spiegazioni i gestori

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LECCO – Chi si aspettava un pacifico passaggio di testimone tra Leidaa e la cordata Due Mani – Amici del Randagio nella gestione del canile comunale dovrà ricredersi: è bastata la serata di presentazione dei nuovi responsabili, mercoledì sera nella sede della cooperativa Due Mani, per scaldare gli animi con la presidente Leidaa, l’on. Michela Vittoria Brambilla, che si è presentata alla serata.

Al centro di tutto la morte di un’ospite del canile, il pastore abruzzese Billy, deceduto giusto un’ora prima della serata informativa con i volontari. ” Perché l’avete lasciato morire in gabbia senza nemmeno portarlo da un veterinario – ha denunciato la Brambilla – lo dovevate caricare in auto e farlo visitare, c’è un ambulatorio poco distante dal canile, potevate chiedere alla nostra associazione se vi serviva appoggio. Il dipendente si era offerto di mettergli la museruola, perché non lo avete lasciato fare? E’ successo tutto alle 17.30, non c’è stato il tempo di soccorrerlo?”.

Una vicenda sfortunata quella del povero Billy, pastore abruzzese ritenuto diffidente e aggressivo tanto che solo una delle volontarie in questi anni lo accompagnava allo sgambatoio; il cane è spirato intorno alle 20 di mercoledì e  solo nel tardo pomeriggio il personale si è accorto del suo malessere:

“Erano circa le 18.30 quando abbiamo notato Billy che respirava in modo affannoso, allora abbiamo chiamato la veterinaria convenzionata con il canile che ci ha riferito di essere impegnata in un’altra visita e ci ha suggerito di contattare l’accalappia cani Asl – (in appalto alla Leidaa, ndr) – che però non ha risposto al telefono” ha spiegato Daniela Doglioni, responsabile del canile di Erba ed in questi giorni a Lecco per dare il via alla nuova gestione del rifugio di via Rosmini; una versione confermata dalla stessa veterinaria, presente tra i volontari in sala.

“Le informazioni che avevamo su di lui lo descrivevano come un cane mordace – ha proseguito Daniela Doglioni – il timore era che avrebbe potuto mordere qualcuno e per questo andare in contro alla soppressione. Inoltre non sapevamo che tipo di patologia avesse, poteva anche trattarsi di un’emorragia interna ed alzarlo di peso avrebbe potuto causargli danni peggiori. Ci risulta che nessun esame in passato sia mai stato compiuto su quel cane, abbiamo quindi sollecitato nuovamente il veterinario convenzionato a raggiungere il prima possibile il canile ma Billy è deceduto prima dell’arrivo”.

A parlare di mancanza di visite sanitarie è anche la volontaria che nel 2006 è stata morsa dallo stesso pastore abruzzese, che su Facebook del canile si sfoga: “Da allora Billy non è mai nemmeno stato visitato da un veterinario e non è mai più stato portato in passeggiata, non è mai stato spazzolato o trattato con antiparassitari o qualsiasi altro tipo di cura o medicamento o ispezione. Ho molta stima nella signora Brambilla, ma , probabilmente Billy, insieme a decine di altri cani, non hanno avuto la fortuna di poter essere stati presi a cuore e curati da un esperto, per potergli garantire anche una vita dignitosa”.

Una vicenda che ha lasciato l’amaro in bocca a tutti, vecchi e nuovi gestori del rifugio, come spiegato dal presidente degli Amici del Randagio, Marco Folloni: “E’ una sconfitta per tutti, ma chi era presente sa dell’impegno che è stato messo da parte nostra; nessuno poteva immaginare che le condizioni del cane potessero tracimare in un lasso di tempo così fulmineo. L’episodio ci ha comunque fatto riflettere su una nostra leggerezza, quella di non analizzare da subito il momento emergenza, ma questo è dovuto anche alla difficile situazione organizzativa che ci siamo ritrovati a gestire”.