MANDELLO – “E’ stata certamente la grande passione che abbiamo e che sentiamo per il teatro a far sì che nascesse la nostra compagnia, che abbiamo denominato “Arco iris”, ossia arcobaleno in spagnolo, per rappresentare i diversi colori presenti nel nostro gruppo, considerato che le nostre età, le nostre esperienze e le nostre origini sono varie”.
Laura Gisella Bono, nata a Montevideo da padre italiano emigrato in Sudamerica e da madre uruguaiana, da quasi trent’anni residente a Mandello, parla così della nuova compagnia teatrale che questo mese ha debuttato al teatro “Fabrizio De Andrè” con la commedia brillante in tre atti “Il settimo si riposò” di Samy Fayad, ottenendo un lusinghiero successo tanto di pubblico come di critica.
“Per alcuni attori si è trattato della prima esperienza in assoluto sul palcoscenico – dice – in particolare per il giovanissimo mandellese Roberto Rossetti, 10 anni soltanto, che ha debuttato insieme a suo padre Luca”.
La commedia rappresentata a Mandello per iniziativa della Pro loco è un insieme di intrecci tra personaggi fortemente caratterizzati e situazioni comiche al limite del paradossale, che portano lo spettatore a immedesimarsi e a riconoscersi in manie e difetti dei personaggi descritti dall’autore.
Protagonista è Antonio Orefice, giovane vedovo. Antonio odia un suo vicino di casa, tale Vincenzo Camporeale, il quale, pur avendo il suo stesso stipendio, ha un attico con piscina, auto fuoriserie e molte donne con le quali conduce una dispendiosa “dolce vita”.
“Don Antonio” considera la domenica sacra e vuole trascorrerla in pace e in tranquillità. Proprio la domenica, però, è sconvolta – oltre che dalla suocera, dalla figlia e dal futuro genero, sempre malato – da un evento imprevisto: un pericolosissimo bandito, evaso dal carcere, si introduce in casa sua e prende tutti in ostaggio, in attesa di poter espatriare a Tunisi.
Personaggi incredibili danno così vita a un esilarante crescendo di deliranti situazioni.
Regista, oltre che bravissima interprete del personaggio di Gemma, è la stessa Laura Gisella Bono, che ha peraltro potuto contare su compagni di palcoscenico affidabili e a loro volta davvero bravi. Si sta parlando di Pier Paolo Gonnelli, Massimo Motisi, Marika Milani, Aisha Gouriach, Dario Virnuccio, Luigi Marino, Viviana Motisi, Silvia Sesa e Vladimiro Paonessa, oltre che dei già citati Luca e Roberto Rossetti.
“Ognuno di loro – spiega sempre Laura Bono, che dal 1990 lavora presso l’ufficio estero della “Cemb” – ha contribuito, dando il meglio di sé, alla realizzazione dello spettacolo e a loro va il mio sentito ringraziamento, così come voglio ringraziare di cuore la Pro loco mandellese e in prima persona Rinaldo Citterio e Patrizia Nogara, che hanno creduto in questo spettacolo e ci hanno sostenuto fino a consentirci di realizzare il sogno di debuttare davanti al pubblico del De Andrè”.
Un altro “grazie” va al fonico Rosario Parrotta per la professionalità dimostrata e per aver saputo dare allo spettacolo il giusto risalto attraverso luci, musiche e suoni proposti in perfetta sincronia.
“La commedia napoletana – aggiunge la regista e attrice – attinge del resto dalla vita quotidiana ed è un invito a ridere e a sorridere, nella consapevolezza che troppe volte, purtroppo, si piange. E’ questo il grande insegnamento di Samy Fayad, di Scarpetta e dei De Filippo che noi, molto umilmente, abbiamo voluto presentare al pubblico mandellese, che si è dimostrato attento, disponibile, pieno di calore e con tanta voglia di divertirsi”.
Archiviato con successo il debutto al “De Andrè”, la compagnia “Arco Iris” tornerà sulle scene in settembre con un nuovo progetto teatrale e nel frattempo si candida a proporre repliche della commedia brillante di Fayad ai teatri interessati appunto a questo lavoro.
Laura Gisella Bono ha frequentato una serie di corsi presso la Scuola di arte drammatica “Paolo Grassi” di Milano ed è reduce da alcune esperienze teatrali.
Da 11 anni insegna lingua e cultura spagnola e latino-americana presso la Pro loco di Mandello.