I primi caldi sono il segnale che il letargo è finito e che la vita suoi pascoli alpini deve riprendere le attività quotidiane secondo i normali ritmi.
In primavera le marmotte, Marmota marmota, si stirano i muscoli, intorpiditi dalla lunga inattività, nell’oscurità delle loro tane sotterranee, e, talvolta facendosi largo tra la coltre di neve che le ricopre, percorrono a ritroso il tunnel che collega l’aria aperta alla sala sotterranea che le ha protette dai rigori dell’inverno appena trascorso.
Alla fine dell’autunno, infatti, le marmotte preparano la tana sotterranea, rivestendola di fieno, dove si ritirerà con il suo nucleo famigliare sino alla primavera successiva senza mai uscire.
Durante questo periodo questo animale va in letargo, rallentando le proprie funzioni vitali: pochissimi atti respiratori (2/3 al minuto), rallentamento del battito cardiaco (4-5 battiti al minuto) e abbassamento drastico della temperatura corporea (sino a raggiungere i 5-6 gradi). In questo stato il consumo calorico è ridotto al minimo e il metabolismo è alimentato dalle riserve di grasso accumulate durante l’estate.
È emozionante vedere le marmotte che fanno capolino dalla loro tana quando è sepolta dalla neve: un piccolo buco e qualche impronta nelle immediate vicinanze tradiscono la loro presenza. E aspettando nelle vicinanze della tana, da quel buco ne esce una poi un’altra e poi un’altra ancora… ma quante sono? In quel loro riparo invernale possono trovare ricovero fino a 10-12 esemplari.
Le marmotte sono animali gregari che vivono in famiglie, col corpo robusto e tozzo, circa 5 kg di peso, la testa munita di occhi vivaci che le consentono un ampio campo visivo e orecchie piccole e soprattutto di denti incisivi molto sviluppati e dalla crescita continua.
Le zampe sono corte con dita armate di lunghe e forti unghie, che permettono loro di scavare i cunicoli che contraddistinguono le loro tane; la coda è lunga ed è utilizzata come segnalatore all’interno del clan sociale;
La pelliccia è folta e molto pregiata per via della sua morbidezza della sua elevata capacità di trattenere il calore.
E’ un roditore piuttosto pesante e dagli arti corti, che riesce tuttavia a correre, saltare e arrampicarsi tra le rocce con straordinaria velocità ed agilità.
Sarà sicuramente capitato a tutti di udire la caratteristica più peculiare di questo simpatico mammifero: il suo fischio di allarme. In realtà non si tratta di un fischio ma di un grido emesso a bocca aperta. L’intensità e l’alternarsi dei fischi hanno un preciso significato: un fischio singolo segnala che la è in arrivo un possibile predatore che proviene dall’alto (un rapace, generalmente un’aquila o anche una persona che scenda dal pendio soprastante). Fischi emessi in serie stanno a indicare che la minaccia proviene da un lato (un predatore come una volpe).
L’intensità del fischio, invece, indica la distanza del possibile predatore.
Al grido di allarme tutti gli esemplari si avvicinano alle loro tane pronte a sparire se la situazione si fa più pericolosa.
Le marmotte utilizzano le loro tane, oltre a nascondersi per scampare il pericolo, anche per trascorrere la notte e le ore più calde delle giornate estive.
Le marmotte si nutrono quasi esclusivamente di semi, di germogli e di radici.
Molto raramente integrano la loro dietra con qualche insetto.
Grazie a questa dieta in autunno accumulano sufficiente grasso che permette loro di superare l’inverno, praticamente senza mangiare.
Francesco Renzi
www.francescorenzi.com
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