CALOLZIO – “Purtroppo, nonostante l’ottimismo che vedo trasparire in alcuni ambienti, la crisi non è per nulla finita e i consumi sono fermi al palo. Il commercio, anche a Calolzio, continua a fare una enorme fatica”.
E’ l’analisi, amara, della presidente della Zona 6 Valle San Martino di Confcommercio Lecco, Cristina Valsecchi, riguardo allo stato di ‘salute’ dei pubblici esercizi nella zona del calolziese dove, secondo i dati dell’associazione datoriale, tra il 2015 e il 2016 hanno chiuso 16 attività commerciali.
“Se si gira per il centro, senza considerare le periferie di Calolzio – continua Valsecchi – gli spazi sfitti sono numerosi. Solo sulla provinciale sono almeno 10 i negozi vuoti. In centro i parcheggi restano vuoti anche al sabato”.
Lo sfogo dell’esponente della Confcommercio contrasterebbe con le dichiarazioni ‘ottimistiche’ dell’amministrazione comunale. “Invito l’assessore Massimo Tavola a uscire dal Comune per incontrare i commercianti e ascoltare quello che hanno da raccontare. Avrebbe un quadro più chiaro, e reale, della situazione. Quando sento parlare di progetti per i giovani e di “spinte” per fare aprire loro delle attività resto senza parole. Ma chi racconta queste favole sa che cosa significa fare il commerciante o il piccolo imprenditore? Sa che cosa vuole dire andare in banca a chiedere un finanziamento? Sa che spesso i giovani per partire devono fare indebitare i propri genitori? Non c’è spazio per l’improvvisazione, servono professionalità e preparazione. Serve avere un piano di business, un’analisi del settore e del territorio… Sulle difficoltà del comparto e sulle problematiche l’assessore si rivolga al sindaco che come commercialista sa bene di cosa stiamo parlando”.
Quindi conclude: “Se il Comune vuole fare qualcosa di concreto per il commercio inizi ad esempio dalle tasse: la Tari, per bar ristoranti e pizzerie, è aumentata del 300% in 3 anni. Ma non solo, cerchi anche di garantire più sicurezza: troppe zone sono al buio e i titolari hanno paura quando chiudono il negozio alla sera. Eppure sono i commercianti che, con enormi sacrifici, tengono viva e accesa la città”.