Calolzio. Presidio davanti all’ex albergo Italia. “No ai migranti qui”

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CALOLZIO – La smentita da parte del Comune e della Prefettura non ha fermato la mobilitazione di alcuni commercianti e cittadini di Calolzio che questa mattina, mercoledì, hanno protestato davanti all’ex albergo Italia, nella zona della stazione ferroviaria, destinato, secondo i manifestanti, ad ospitare nuovi migranti in paese.

A guidare la protesta è Cristina Valsecchi, in qualità di commerciante, con l’attività a pochi passi dalla zona della stazione.

“La Prefettura ha smentito, ma le voci dicono l’opposto – è intervenuta Valsecchi – l’imprenditore non ha smentito, il sindaco dice che, non qui, ma potrebbero arrivare altri cinquanta immigrati. Le voci non ci fanno stare tranquilli”.

Valsecchi ha ricordato il caso dell’assemblea pubblica riguardo al progetto dello Sprar, l’accoglienza di secondo livello destinata a chi effettivamente ha ottenuto l’asilo in Italia, “la cittadinanza in quell’occasione aveva presentato le proprie perplessità, salvo poi sapere che il Comune aveva già siglato l’accordo quattro mesi prima. Non mantengono le loro promesse”.

Nel frattempo, “ci sono già grandi criticità e stiamo combattendo per avere più sicurezza – ha proseguito Cristina Valsecchi – da quando abbiamo segnalato il degrado della zona c’è maggiore presenza delle forze dell’ordine a cui va il nostro ringraziamento. Penso anche a chi lavora di notte come i panificatori, qualche giorno fa in negozio mi sono trovata uno sconosciuto che cercava un posto per dormire e ho faticato per mandarlo via”.

Oggi, dice la titolare del bar della stazione, Antonella Pizzolato, “la stazione non è un luogo infrequentabile, la nostra clientela è variegata, dai giovanissimi studenti agli adulti, noi siamo aperti sette giorni su sette. E’ molto importante però che le cose vengano mantenute sotto controllo”.

“I nostri ragazzi prendono il treno, già accadono fatti spiacevoli sui mezzi di trasporto, non vogliamo che la situazione peggiori” dice una madre.

Per questo spaventa l’eventuale apertura di centro di accoglienza proprio lì vicino alla stazione e il caso del Ferrhotel di Lecco e via Ferriera, chiusa a causa del giro di spaccio di droga ad opera di alcuni migranti, non rassicurano i calolziesi.

“Nessuno ha puntato il dito verso queste persone ma vediamo cosa succede altrove, non vengono controllati, si muovono tranquillamente e noi dobbiamo cambiare le nostre abitudini di vita per sentirci più tranquilli – ha concluso Cristina Valsecchi – L’amministrazione deve fare in modo che questo non accada. Ci dicono che non è vero che qui arriveranno migranti, ma i cittadini non sono stupidi, se se ne parla è perché ci sono cose concrete”.