LECCO – Resta incerta la sorte del canile comunale di Lecco: sulla struttura pende da circa un anno la deroga di Regione Lombardia, viste le criticità messe in luce dall’Azienda Sanitaria Locale che tuttora non sarebbero state colmate, e il Comune di Lecco, già nelle scorse settimane, ha annunciato di non poter far fronte alla realizzazione di un nuovo edificio.
L’attuale costruzione è infatti molto vecchia e “non risponde più ai requisiti di legge”, ma “il Comune di Lecco, per i vincoli derivanti dal patto di stabilità, non è in grado di porre mano alla ristrutturazione dell’edificio, né ha disposizione aree dove edificare un altro canile rifugio”, ha ribadito l’assessore Armando Volonté nella lettera inviata alle associazioni animaliste del territorio, convocate dall’assessore per trovare una risposta al problema.
L’invito è stato rivolto all’Enpa, alla Leidaa (attuale gestore del rifugio), alla Lav, Legambiente, Freccia45, e all’associazione Zampamica, per un incontro inizialmente previsto per il prossimo lunedì e posticipato a data da destinarsi.
Il tempo stringe, e dopo anni di immobilità, l’assessore cerca di spingere verso una rapida risoluzione: “E’ inimmaginabile pensare che la situazione resti tale l’anno venturo – spiega Volonté – purtroppo il Comune, in questo momento, non è in grado di affrontare da solo le spese per la realizzazione di un nuovo canile. Per questo abbiamo deciso di riunire le associazioni e ragionare con loro su un’eventuale soluzione”.
“Una delle strade percorribili – sottolinea l’assessore – è quella di ridurre il numero degli ospiti della struttura, collocando gli esemplari eccedenti in altri centri d’accoglienza, ed operare interventi mirati per rimettere in sesto il rifugio lecchese”. In effetti, il canile di Lecco ospita al momento oltre 130 animali, una quantità al di sotto del carico massimo previsto per la struttura(200 esemplari), ma difficilmente gestibile, vista anche la fatiscenza del luogo.
“Ma il nostro auspicio – continua Volonté – è quello di coinvolgere i Comuni associati, soprattutto nella ricerca di una nuova area dove ospitare la pensione; anche perché il randagismo canino è un problema che non riguarda solo la nostra area urbana. Anzi – evidenzia l’assessore – molti degli animali accolti nella struttura provengono dall’hinterland”.
“Inoltre – conclude – è difficile al momento localizzare una superficie adatta a tal scopo nel territorio della città di Lecco. E’ probabile possano sorgere maggiori occasioni nelle aree limitrofe”.