LECCO – “La chiusura di un servizio per la comunità è sempre un fallimento, sia per l’Ente sia dovrebbe erogarlo, che per la comunità stessa. Ci si dovrebbe chiedere cosa non abbia funzionato, cosa si sarebbe potuto fare ancora, soprattutto quando tante persone coinvolte da associazioni di volontariato hanno investito tempo, fatica e impegno economico”.
Inizia così la relazione della dr.ssa Federica Manunta, veterinaria comportamentalista, indirizzata all’Amministrazione Comunale di Lecco in merito alla chiusura del canile cittadino. La dott.sa Manuta è tra le responsabili della Scuola di Interazione Uomo – Animale fondata dal prof. Roberto Marchesini, ospite di un incontro in città promosso dalle associazioni animaliste sul tema del parco canile e riguardo al trasferimento dei 73 cani attualmente ospitati dal rifugio lecchese non nasconde le proprie preoccupazioni:
“Di questi, ben 37 hanno età avanzata, compresa tra i 10 e 14 anni e per la maggior parte di questi, il canile è l’unica casa che abbiano mai conosciuto – scrive la comportamentalista – Per questi cani in particolare, il trasferimento sarebbe vissuto con paura, smarrimento con incapacità di trovare un adattamento alla nuova condizione, mettendo a rischio la loro vita. Ben 16 dei 73 totali sono affetti da patologie croniche dolorose causa di deficit nella deambulazione. Altri 15 sono affetti da altre patologie croniche che con lo stress di uno spostamento potrebbero acutizzarsi in modo repentino e intenso: sono ben noti gli effetti dello stress su patologie come cardiopatie, tumori e epilessia”.
“Altri 26 – prosegue Manuta – sono affetti da patologie comportamentali, e come comportamentalista posso affermare quanto individui così già in difficoltà siano refrattari a cambiamenti, soprattutto a seguito della perdita delle figure di riferimento che comunque hanno trovato nel canile di Lecco, con il cambio delle abitudini quotidiane, e quanto lo stravolgimento della propria vita possa influire negativamente sulla patologia. Non si può pensare alla chiusura di un canile senza prendere atto e prendersi in carico queste problematiche, che non riguardano “solo dei cani”, ma individui senzienti”.
Quindi l’invito all’amministrazione comunale: “Quello che vi chiedo come veterinario è di fermarvi a riflettere se non si sia fatto veramente tutto l’indispensabile per evitare la chiusura, se ancora qualcosa sia possibile fare, e altre strade di possano percorrere. Vi chiedo anche se una città come Lecco meriti di convivere con questo fallimento e possa rinunciare alle potenzialità che questa struttura potrebbe offrire a tutta la cittadinanza. Vi chiedo di tenere aperta la struttura almeno per quei cani impossibilitati a spostarsi sia per problematiche fisiche, psichiche e o legate all’età, o per tutti quelli che dentro il canile hanno trovato delle figure di riferimento che gli rendono possibile una vita ancora degna di questo nome”.
Sulla questione, ed in particolare sui costi della struttura, è intervenuto nuovamente il consigliere comunale Ezio Venturini, che ha abbracciato da subito la lotta degli animalisti per mantenere il rifugio in città:
“C’è chi dice che il Comune risparmierà 70.000 euro all’anno . Se partiamo da un dato certo che un comune convenzionato spende e da al comune di Lecco 3,5 euro al giorno per lasciare il proprio cane a Lecco, per cui 105 euro al mese , 1260 uro l’anno , il nostro Comune che ha 30 cani per cui spendeva fino ad ora 37.800 all’anno , ma ne spenderà ora , circa 30.000 per il trasferimento per chiudere il canile . Da dove arriva allora questo risparmio ? – denuncia Venturini – Nel Pgt non viene menzionato il canile , stato di conservazione sufficiente , ma poi i cani dovranno essere trasferiti e non se ne parla più .C’è chi dice che una volta trasferiti i cani l’area rimarrà vuota ,” fatiscente “ e per il bene della città bisognerà riutilizzarla e quasi sicuramente si dovranno fare varianti al PGT. Insomma tante voci tante dichiarazioni ,ma chi ha veramente ragione ? Tutti potrebbero dire :” io ho ragione “, anche perché interventi così spezzettati creano solo mezze verità, allora perché non potrebbe essere possibile una tavola rotonda , associazioni animaliste , medici veterinari comportamentisti , Asl, Assessore , Sindaco ecc. in una riunione pubblica con tanto di stampa e televisione per dire le proprie verità sempre per trasparenza , lealtà e correttezza nei confronti dei cittadini , a meno che manchi la volontà politica, allora sarebbe un’altra cosa” .