Pare proprio che sia la più brutta caserma dei vigili del fuoco d’Italia. In nessuna delle venti regioni un comando provinciale è messo così male. Ne è convinto il comandante provinciale ingegner Filippo Fiorello. “Ne ho viste numerose, nessuna in queste condizioni. D’altra parte era nata come sede distaccata rispetto a Como, quando Lecco non era provincia”. A dire il vero dal mero punto di vista estetico è possibile che sia anche tra le più belle. Edificio basso, quasi affacciata al lago dal quale è separata da una pista ciclabile e da una fascia di verde, l’edificio lecchese sembra quasi uscito dal ‘Purple place’ dei giochi di Windows.
Ma in realtà non è funzionale: gli automezzi sempre più grandi fanno fatica a uscire e non tutti possono trovarci posto dentro. Insomma obsoleta, non è adeguata alle esigenze di un comando provinciale e non offre i requisiti richiesti dalla partenza iper celere nel pronto intervento, ricorda Fiorello. Basti pensare che per mettere in acqua i natanti del soccorso acqueo è necessario trasportarli su gomma fino a una riva accessibile che non è quella dietro alla caserma.
Una parte dei mezzi viene, addirittura, collocata sotto una tettoia al confine con la caserma dei carabinieri, ricovero condiviso con la motorizzazione civile, che se ne serve in alcuni giorni per i collaudi. Così settimanalmente si vedono sciamare via i veicoli rossi dei pompieri per posarsi su strada nei posti macchina del parcheggio limitrofo all’edificio del comando.
La collocazione di una nuova struttura per i vigili del fuoco è una annosa questione, trascinata mentre Lecco si strutturava per la sua funzione di capoluogo provinciale, assunta a metà degli anni Novanta. Così ai giorni nostri di aree adeguate non ce ne sono più a parte appunto quella del Bione, anche se contaminata da materiali tossici e per questo non destinabile a uso residenziale.
Le procedure di sdemanializzazione sono complete- ci ha spiegato il comandante provinciale Filippo Fiorello (in foto al lato), approdato nella nostra cittè due anni fa e subito messosi ventre a terra per trovare la soluzione della sede.
Adesso ormai l’iter sta imboccando le fasi finali con un progetto esecutivo pronto in autunno. A quel punto dovrebbe esserci la gara per l’assegnazione dell’appalto alla realizzazione e ovviamente la definizione dei finanziamenti e dei soggetti che ne concorrono alla erogazione.