Cinghiali, WWF: “Meglio le azioni di contenimento che l’apertura della caccia”

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wwfLECCO – “La gestione faunistica del “problema cinghiali” da parte dell’Amministrazione Provinciale di Lecco prevede un prelievo selettivo degli stessi in Valsassina, Valvarrone e Alto Lago, con cattura e abbattimento da parte del personale della Polizia Provinciale di Lecco. Da parte di qualcuno ci si stupisce del “sorprendente silenzio del Wwf Lecco e degli animalisti” di fronte a questa scelta.

Premesso che il WWF Lecco non è un associazione “animalista”, ma “ambientalista” (e sono due impegni sostanzialmente diversi…), è indubbio che la presenza del cinghiale in provincia di Lecco costituisce un inderogabile problema di gestione della nostra fauna selvatica, aggravato, anche nel nostro ambito provinciale, dalle immissioni illegali di capi fatte a scopo venatorio. La specie, oggi non cacciabile, non risulta essere vocata per le zone boschive e collinari lecchesi; questa incompatibilità emerge in più passaggi nelle analisi tecniche pubblicate nel piano faunistico venatorio della provincia di Lecco.

La scelta dell’Amministrazione Provinciale di operare per un contenimento della specie attraverso trappolaggio è pienamente condivisa dalla nostra associazione, che ritiene questa modalità di gestione più controllabile, più affidabile, più selettiva della gestione venatoria demandata ai cacciatori; oltre ad essere meno dolorosa per l’animale che non rischia ferimento e inutili sofferenze. Certo la sorte dei capi catturati è sempre la soppressione, ma crediamo che ciò sia inevitabile nell’ottica di contenere l’espansione del cinghiale ed evitare dannose interferenze di questo nei confronti delle altre specie di ungulati presenti nel nostro territorio; e ancora sosteniamo questa soluzione preferendola all’alternativa di dover tollerare una stagione di caccia alla specie che può durare anche 6 mesi all’anno (come nella vicina provincia di Como), comportando grossi rischi per l’incolumità pubblica, essendo la caccia in braccata al cinghiale notoriamente tra le tecniche di caccia più pericolose e a più alto rischio di incidente.

Siamo consapevoli che non è piacevole parlare di eradicazione di una specie animale se ci si appella al diritto alla vita di ogni essere vivente, ma di fronte a scelte che si devono prendere per affrontare problemi di conservazione dei nostri ambienti, riteniamoci una provincia fortunata se oggi si agisce con questi metodi piuttosto che trasformare le nostre montagne e colline in poligoni di tiro come succede in Liguria, in Toscana o più vicino nel comasco, dove il cinghiale è diventato sotto tutti gli aspetti una ragione per andare a caccia piuttosto che un problema di gestione faunistica”.

WWF Lecco