Il Comitato Lecchese per l’Acqua Pubblica chiede ai Sindaci e alla Provincia di Lecco di sospendere qualsiasi decisione relativa alla costituzione dell’Ufficio d’Ambito provinciale sull’acqua, ovvero il nuovo organismo che dovrebbe sostituire l’assemblea dei sindaci dell’ATO idrico.
Il Comitato ha scritto una lettera a tutti i sindaci della provincia e ai consiglieri provinciali, lettera che verrà distribuita durante il presidio di martedì 28 giugno ore 16.30, davanti alla sala riunioni della società Lario Reti Holding Spa, dove si terrà la Conferenza dell’A.ATO.
Il Comitato chiede la sospensione dell’applicazione della legge regionale sull’acqua che prevede appunto la soppressione dell’A.ATO e la costituzione dell’Ufficio d’ambito. Proprio con la soppressione dell’A.ATO, scrive il Comitato, “i Comuni verrebbero espropriati dalle competenze dirette in materia di servizio idrico integrato, e i cittadini si vedrebbero esclusi dalla possibilità di conoscere e presenziare alle assemblee in cui vengono discusse e votate le decisioni sull’acqua, infatti, a differenza delle assemblee dell’A.ATO, le riunioni dell’Ufficio d’Ambito non sono pubbliche”.
“La legge regionale – prosegue il comunicato – è ora totalmente superata dopo il Referendum votato il 12 e 13 giugno dal 57% degli elettori Italiani, e dopo che il Consiglio dei Ministri ha impugnato per incostituzionalità la stessa legge regionale, poiché “presenta profili di illegittimità costituzionale” in quanto “le norme regionali invadono … la competenza legislativa esclusiva dello Stato in materia di tutela dell’ambiente e dell’ecosistema e della tutela della concorrenza e della determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni.
Ciò nonostante la Provincia di Lecco e i Sindaci stanno compiendo atti volti a dare attuazione alla richiamata Legge Regionale attraverso la costituzione dell’Ufficio d’ambito: il Comitato Lecchese per l’Acqua Pubblica e i Beni Comuni chiede appunto di sospendere ogni decisione, in attesa della modifica della Legge Regionale.
Il Comitato chiede che le scelte inerenti la gestione dei servizi pubblici locali e del servizio idrico in particolare avvengano nel pieno rispetto della legge e della volontà popolare espressa con il voto ai Referendum”.
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La lettera del Comitato
AI CONSIGLIERI PROVINCIALI
AI SINDACI DEI COMUNI
della PROVINCIA DI LECCO
Oggetto: Legge Regionale n. 26/2003 sui servizi idrici – costituzione Ufficio
d’Ambito provinciale.
Con la presente il Comitato Lecchese per l’Acqua Pubblica e i Beni Comuni,
Visto:
– che l’art. 48 della L.R. Lombardia n. 26/2003, così come modificato dalla L.R.
21/2010, prevede che “le funzioni già esercitate dalle Autorità di ambito, come previste
dall’articolo 148 del d.lgs. 152/2006 e dalla normativa regionale, sono attribuite alle
province” e ancora che “…le province … di seguito indicati quali enti responsabili degli
ATO, costituiscono in ciascun ATO, nella forma di cui all’articolo 114, comma 1, del d.lgs.
267/2000 e senza aggravio di costi per l’ente locale, un’azienda speciale, di seguito
denominata Ufficio di ambito”;
– che l’art. 49 della sopra menzionata L.R. prevede che “Le province … organizzano il
servizio idrico integrato a livello di ATO nel rispetto del piano d’ambito e deliberano la
forma di gestione fra quelle previste dall’articolo 23-bis del decreto-legge 25 giugno
2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133”;
Considerato:
– che il Consiglio dei Ministri ha impugnato per incostituzionalità la sopra
menzionata L.R. n. 21/2010, poiché “presenta profili di illegittimità costituzionale” in
quanto “Le norme regionali invadono … la competenza legislativa esclusiva dello Stato in
materia di tutela dell’ambiente e dell’ecosistema e della tutela della concorrenza e della
determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni di cui all’art. 117 , comma 2, lettera
e), m) ed s) Cost.”;
– che il Decreto omnibus del 2011 ha disposto la proroga della scadenza per la
soppressione delle Autorità ATO al 31 dicembre 2011;
– che il Referendum votato il 12 e 13 giugno dal 57% degli elettori Italiani ha abrogato
l’art. 23 bis del d.l. 112/2008, convertito in legge 133/2008, come modificato dall’art.
14 del d.l. 135/2009 convertito in legge 166/2009, che classificava l’acqua tra i servizi
pubblici a rilevanza economica;
Considerato:
– che l’impugnazione per incostituzionalità e l’abrogazione referendaria delle richiamate
discipline produce di fatto un totale superamento della disciplina regionale e nazionale
relativa alla gestione dei servizi pubblici locali in generale e del servizio idrico integrato
in particolare;
Rilevato:
– che la Provincia di Lecco sta compiendo atti volti a dare attuazione alla richiamata L.R.
26/2003, così come modificata dalla L.R. 21/2010, attraverso la costituzione dell’Ufficio
d’ambito (art. 48);
– che l’attuazione dell’art. 48 della L.R. 26/2003, che prevede la soppressione
dell’A.ATO e la costituzione dell’Ufficio d’ambito, esproprierà i Comuni dalle
competenze dirette in materia di servizio idrico integrato;
– che con la soppressione dell’A.ATO anche i cittadini si vedrebbero esclusi dalla
possibilità di conoscere e presenziare alle assemblee in cui vengono discusse
e votate le decisioni sull’acqua, considerato che le riunioni dell’Ufficio d’Ambito non
sono pubbliche (a differenza delle assemblee dell’A.ATO);
Tutto ciò premesso, rilevato e considerato,
nell’ottica di garantire che le scelte inerenti la gestione dei servizi pubblici locali e del
servizio idrico in particolare nell’ATO di Lecco, avvengano nel pieno rispetto della legge e
della volontà popolare espressa con il voto ai Referendum,
CHIEDE
di sospendere ogni e qualsiasi provvedimento di attuazione dell’art. 48 della
L.R. Lombardia n. 26/2003, così come modificata dalla L.R. n. 21/2010,
relativamente alla soppressione dell’A.ATO idrico e alla costituzione
dell’Ufficio d’Ambito provinciale.
Certi che terrete nella giusta considerazione quanto sopra, restiamo a disposizione per
un eventuale incontro di confronto. Distinti saluti.
Comitato Lecchese per l’Acqua Pubblica e i Beni Comuni