Cupini: “Un mese dalla morte delle sorelline di Chiuso”

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Simona Sydni Keisi

LECCO – “A un mese dall’uccisione delle tre sorelline Sydni, Keisi e Simona Dobrushi ( lo scorso 9 marzo), i loro nomi sono stati scritti sul Muro della Memoria a la Casa sul Pozzo” e nella memoria di tutti i lecchesi, in particolare di padre Angelo Cupini, fondatore della comunità di via Gaggio, dove è stata allestita la camera ardente che ha accolto le salme delle piccole.

Padre Angelo Cupini“Il mese di marzo è stato un mese difficile – spiega padre Cupini – senza risposte e senza parole che aiutino a svelare un senso; è acuta la coscienza che non possiamo garantire la salvezza dei giovani, non possiamo proteggerli completamente e sempre dagli incontri distruttivi, dalle difficoltà, dagli incidenti, dalle malattie, dal vortice interiore che può portarli a recidere ciò che è vitale, fino alla morte”.

I giovani sono il punto più vulnerabile del sistema creato da noi adulti. Quanto stanno pagando e quanto futuro viene loro sottratto è difficile dirlo – prosegue Cupini – La cronaca quotidiana documenta la difficoltà a capirsi tra adulti e giovani nel mondo dell’immigrazione ma non solo. Le cause sono tante e vanno dai modelli autoritari standardizzati al disorientamento totale che attraversiamo. C’è sempre più bisogno di persone e di luoghi che accompagnino e siano mediatori di questo processo; è vitale che i quartieri, i paesi, i territori diventino imprese di cittadinanza per coltivare, riconoscere e custodire i beni comuni”.

Ultimo saluto lecchese alle bimbe - Chiuso (1)