LECCO – Da sempre il Collegio Volta di Lecco si colloca nel panorama delle istituzioni scolastiche cittadine quale centro di educazione e di cultura, fedele alla propria missione di essere anche occasione di formazione, in profonda sinergia con la comunità in cui è inserito.
Proprio in relazione alla formazione e all’approfondimento di tematiche di stretta attualità assume particolare significato l’iniziativa prevista per oggi, mercoledì 11 febbraio.
Presso la Sala San Carlo dello stesso istituto scolastico gli studenti di tutte le classi dei licei Scientifico e Artistico incontreranno Farian Sabahi e affronteranno con lei il tema “Donne e Islam”.
Farian Sabahi, classe 1967, è scrittrice, giornalista e docente universitaria specializzata sul Medio Oriente e in particolare su Iran e Yemen.
Il suo ultimo libro, uscito a marzo dello scorso anno, ha per titolo Il mio esilio, mentre Noi donne di Teheran è un testo pubblicato da Jouvence nell’aprile 2104. Vi si legge tra l’altro: “Teheran è la capitale dell’Iran, un Paese grande cinque volte e mezza l’Italia. Al crocevia di tante vie carovaniere: la via della seta, la via delle spezie, la via delle pietre preziose. Vie solcate da mercanti, intellettuali, artisti, uomini di fede. Tremila anni di storia hanno raffinato l’anima del popolo. Un’anima fiera, orgogliosa della propria identità… Un’anima che trova nella poesia una seconda lingua madre”.
La Sabahi è autrice di altri volumi tra cui Storia dello Yemen (Bruno Mondadori, 2010), Storia dell’Iran 1890-2008 (Bruno Mondadori, Milano 2009), Un’estate a Teheran (Laterza, Roma 2007, con prefazione di Sergio Romano), Islam: l’identità inquieta d’Europa. Viaggio tra i musulmani d’Occidente (Il Saggiatore, Milano 2006, con prefazione di Ferruccio De Bortoli) e The Literacy Corps in Pahlavi Iran 1963-1979 (Ed. Sapiens, Lugano 2002).
Il 6 giugno 2011 ha ricevuto il premio “Torino libera” intitolato a Valdo Fusi e organizzato dal Centro Pannunzio Associazione di Libero Pensiero, con questa motivazione: “Il Premio intende riconoscere le figure più significative del mondo torinese che hanno realizzato le loro attività attraverso una testimonianza di libertà, di spirito critico, di anticonformismo. Seguendo la migliore tradizione subalpina queste figure hanno saputo guardare oltre le Alpi, secondo l’esempio che fu di Alfieri e Gobetti, Baretti e Cavour che non espressero mai una cultura “sotto la Mole” ma una cultura cosmopolita, internazionale ed europea. In questo contesto si colloca la premiazione di Farian Sabahi che contribuisce, al di là di ogni manicheismo, in modo laico e scientificamente significativo, a facilitare la comprensione del mondo islamico, superando ogni schematismo. Farian Sabahi è un esempio di cosa significhi coniugare cultura e liberta, rigore scientifico e onestà intellettuale”.