E’ lecchese il ‘nuovo’ radiotelescopio del CNR a Noto in Sicilia

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In Italia, negli anni ’60 e ’70, il CNR (Comitato Nazionale per le Ricerche) fece realizzare da una società statunitense, specializzata nel settore, due antenne paraboliche (radiotelescopi) da 32 metri di diametro, che furono installate a Medicina (Bologna) e a Noto (Siracusa), ed una antenna parabolica più piccola di 18 metri di diametro che fu installata a Matera; costituivano un sistema integrato di radiotelescopi per osservazione astronomica e di ricezione di segnali dallo spazio profondo nel campo delle radiofrequenze non visibili.
A queste antenne, se ne è aggiunta recentemente un’altra da 64 metri di diametro, attualmente in fase di completamento a San Basilio (Cagliari); si realizza così il sistema integrato distribuito sull’ intero territorio nazionale, uno dei sistemi integrati di radiotelescopi per ricezione di radiofrequenze dallo spazio profondo più moderni ed avanzati al mondo.

L’ antenna parabolica di Noto ormai obsoleta e incapace di essere precisa nel sistema di rotazione Azimutale andava cambiata soprattutto le rotaie che le consento di ruotare.
L’estate scorsa il Galbiati Group di Oggiono si aggiudicò il lavoro.
I materiali grezzi, in acciaio speciale legato al Cr Mo, per la realizzazione delle nuove rotaie dell’antenna parabolica, hanno dovuto essere approvvigionati negli Stati Uniti, imbarcati e trasportati via mare, fino a La Spezia, quindi fino ad Oggiono per le successive operazioni di piegatura (nella circolarità richiesta) e delle successive lavorazioni meccaniche per raggiungere l’elevata precisione richiesta.
Ruote ed assi di rotazione azimutale dell’antenna sono stati costruiti ex novo utilizzando i più moderni acciai al NiCrMo per incrementare la durezza superficiale, rispetto alle ruote originali, e garantirne quindi una maggiore durata e usura ridotta nel tempo.
Altri particolari meccanici, smontati dall’antenna precedente, dopo accurata revisione sono stati riutilizzati, previa eventuali piccole modifiche per un’ottimizzazione del loro utilizzo. Molto del lavoro e i test super sofisticati sono stati realizzati ad Oggiono prima di spedire il materiale a Noto dove è stato collocato.

Per conoscere i dettagli ddella riucostruzione del radiotelescopio leggi il seguente documento Case_History_1-_NOTO