

LECCO – Stefano Fiocchi ha incontrato i sindacati: il presidente della Fiocchi Munizioni, all’indomani dell’assemblea all’esterno della fabbrica nella quale ha rassicurato i propri dipendenti rispetto alla vendita delle quote del gruppo, si è confrontato con i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil.
“Ha sostanzialmente confermato quanto dichiarato in questi giorni attraverso i giornali, che l’operazione non è ancora stata chiusa, questo dovrebbe accadere in un paio di mesi e non riguarderà direttamente la Fiocchi Munizioni ma la holding Giulio Fiocchi, il gruppo di cui fa parte l’azienda di Belledo” spiega Giovanni Gianola della Fim Cisl.
Nella vendita, secondo quanto riferito ai sindacati, la famiglia Fiocchi dovrebbe comunque preservare il 40% delle quote, mentre “il 60% verrebbe acquisito dal fondo Charme che si occupa di portare alla quotazione di borsa aziende familiari di medio grandi dimensioni come la Fiocchi” prosegue Gianola. Un percorso che, ha riferito il presidente ai sindacati, potrebbe realizzarsi in circa tre di anni. In ogni caso, Stefano Fiocchi resterebbe alla guida dell’azienda.
Si temono ripercussioni sulla forza lavoro? “No, questa operazione potrebbe dare una stabilità maggiore, nel lungo periodo all’azienda. La Fiocchi Munizioni è passata in dieci anni da un organico di 400 dipendenti agli attuali 650 lavoratori. Quello che ci preoccupa di più oggi sono i 140 contratti a tempo determinato che scadranno alla fine di quest’anno. Non sappiamo ancora quanti di questi saranno rinnovati”.

“Il problema non riguarda la vendita ma l’andamento del mercato, ce lo ha ribadito il presidente Fiocchi – riferisce Mauro Castelli della Fiom Cgil – quest’anno l’azienda ha perso un quota di affari sul mercato degli Stati Uniti, stimata in circa il 20/25%. A dicembre saremo chiamati a discutere di questo”.
Gli USA contano infatti il 40% del fatturato (in tutto 135 milioni di euro) della sede lecchese di Fiocchi Munizioni. La causa sarebbe da ricercare nel ribasso dei pressi di vendita, il costo cresciuto delle materie prime e il cambio meno favorevole che in passato tra dollaro ed euro. L’azienda avrebbe comunque confermato i suoi futuri investimenti, compreso l’acquisto di un nuovo magazzino a Lomagna per il quale si starebbero attendendo i permessi.
“Non vedo di cosa preoccuparsi, non c’è cessione totale o fuori uscita della famiglia e aggiungo per chiarezza anche se fosse, la Fiocchi è una azienda che opera in un settore strategico aperto al mercato globale – spiega Enrico Azzaro della Uilm – A mio avviso è una operazione finanziaria che farà solo bene alla Fiocchi dove la famiglia raccoglie importanti risorse dal mercato e dall’altra la società non può che rafforzarsi visto i significativi investimenti fatti di recente e che stanno proseguendo nello stabilimento lecchese. Per proseguire nella sua crescita la Fiocchi deve avere le spalle larghe e questa operazione guarda alla continuità aziendale e occupazionale”.

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