MANDELLO – “L’immaginazione esagerata che uso quando sento una bella canzone è ciò che praticamente mi tiene in vita… mi spiego meglio: mi rinchiudo nel mio mondo immaginario quando sono triste e depresso, ogni volta che mi deprimo cerco sempre di pensare sempre al meglio, oppure immaginarmi cosa potrebbe succedere se facessi quella determinata azione”.
Sono le parole di Yuriy Verzhbyts’kyy , una riflessione su di sé raccolta in un tema (diffuso dalla famiglia) scritto a scuola pochi giorni prima dell’incidente in stazione a Mandello che lo ha strappato alla vita a soli 15 anni.
La musica, rifugio dai pensieri negativi e dalle difficoltà di tutti giorni, di un’anima “sensibile” come si descrive lo stesso adolescente, la musica che, dalle cuffiette all’orecchio, lo ha accompagnato quel drammatico venerdì, quando il treno lo ha travolto sui binari. La musica come un fil rouge di amore ad unire il figlio alla madre, la pianista Natalia Nagorna.
Da qualche tempo i due si erano trasferiti a Mandello dove giovedì, alle 14.30, si svolgeranno i funerali. Yuriy , nato a Kiev in Ucraina, frequentava il centro professionale Enaip di Lecco.
“Sono in genere uno che si sottovaluta molto.. troppo – scriveva il ragazzo – e non c’è da stupirsi se una persona sensibile come me si deprime anche per una cavolata”.
Ma l’immaginazione, insieme alla musica, lo fa viaggiare lontano e Yuriy raccoglie tutto nei suoi quaderni, “li riempio di personalità, per il futuro, poi quando sarò adulto o irrecuperabile mi riguarderò tutti quei cimeli per ritornare al passato, nei momenti in cui la mia testa era così piena di pensieri a cui facevo fatica a trovare spazio”.
“Ma la cosa a cui tengo più di tutte – prosegue il 15enne – è la mia famiglia, sul serio, non saprei più a cosa pensare se dovessi non rivederli. Credo che l’attuale generazione ha dimenticato o trascurato quanto si sforzano i nostri genitori per fornirci di ciò di cui abbiamo bisogno. Non scambierei mai tutte queste cose, perché, a parere mio, emozioni, passione o affetto non possono essere scambiate a prescindere da ciò che ti offrono in cambio”.