MANDELLO – E’ un lutto anche mandellese quello che nei giorni scorsi ha colpito la famiglia Falck per la morte di Cecilia di Collalto, moglie dell’imprenditore Alberto Falck scomparso all’età di 65 anni e originario proprio di Mandello, dov’era nato nel 1938 e dove era stato battezzato nell’arcipretale di San Lorenzo, la stessa chiesa dove proprio con l’adorata compagna della sua vita di ogni giorno era solito assistere alla messa domenicale delle 10.30.
Cecilia di Collalto si è spenta all’età di 73 anni (era nata a Vienna il 15 settembre 1941) e i suoi funerali sono stati celebrati nella chiesa di San Marco a Milano.
Un lutto anche mandellese, si è detto, perché in paese vi è la villa della famiglia Falck e infatti a Mandello il “re della siderurgia” morto nel 2013 mentre era alla guida della sua auto in centro a Milano tornava con la famiglia ogni estate e sovente anche nei fine settimana.
Con lui e con sua moglie Cecilia, discreta quanto gentile e di gusti raffinati, anche i figli Elisabetta, Enrico e Alessandro, nati rispettivamente nel 1972, nel 1975 e nel 1976.
Cecilia di Collalto era figlia di Marie Camilla Ernestine, principessa di Windisch-Graetz, e di Octavian, principe di Collalto e San Salvatore.
Si era trasferita stabilmente a Milano dopo il matrimonio con Alberto Falck, pur rimanendo legata alla sua terra d’origine e alla Marca, nel Trevigiano, dove c’era la sua azienda agricola “Collalto Giustiniani” ma anche il castello di San Salvatore, residenza prima del padre poi del fratello Manfredo, ultimo principe del nobile casato suseganese, morto nel 2004.
A Mandello era solita tornare ogni estate anche dopo la morte del marito, che come detto in paese ha lasciato un segno indelebile.
La presenza di Alberto Falck in riva al Lario è stata infatti costante e discreta, contraddistinta da poche uscite pubbliche. Tra queste, quella del giugno 1996 alla cerimonia d’inaugurazione del centro diurno comunale, nello stabile di via Manzoni che accoglie anche la Biblioteca e i Servizi sociali del Comune e che è stato costruito su un terreno donato alla pubblica amministrazione proprio dalla famiglia Falck.
Quello stesso giorno venne ricordata la figura di spiccato imprenditore del nonno di Alberto Falck, Giorgio, al quale è dedicato proprio il centro diurno, che porta pure il nome della moglie, Irene Bertarelli.