PONTEDERA – Passa anche da Mandello il cammino della Vespa, che quest’anno celebra il suo settantesimo compleanno e che per l’occasione vedrà l’allestimento negli spazi del Museo Piaggio di Pontedera, a partire da venerdì 22 aprile, di una mostra fotografica dedicata alle più suggestive immagini di viaggio appunto in Vespa.
Passa anche da Mandello, si diceva, perché Roberto Patrignani effettuò il raid Milano-Tokyo (come dire, qualcosa come 18.000 chilometri) in sella a una Vespa 150. Era il 1964, l’anno delle Olimpiadi giapponesi, e quel raid sarebbe rimasta la sua impresa in solitaria più conosciuta, anche se non meno ardua fu la traversata africana da Città del Capo all’Asmara da lui compiuta due anni dopo con una Guzzi Dingo 50.
Un’impresa oggi irripetibile, quella della Milano-Tokyo, pensando anche soltanto all’itinerario coperto da Patrignani, che aveva toccato Jugoslavia, Grecia, Turchia, Siria, Libano, Giordania, Iraq, Iran, Afghanistan, Pakistan, India, Thailandia e Malesia, oltre appunto al Giappone, e che gli aveva fatto scrivere qualche anno più tardi, in riferimento a un autoscatto che lo ritraeva in Afghanistan accanto alla sua fedele Vespa: “Difficile che nell’Afghanistan di oggi sbocci un candido pensiero come quello da me espresso nel 1964, quando ebbi a dire che se quell’autoscatto avesse lasciato trasparire anche l’anima è proprio nello stato in cui mi trovavo quel giorno che vorrei presentarmi a San Pietro”.
Da quel mitico viaggio sono passati 52 anni e proprio quel raid di Roberto Patrignani – nato a Firenze ma ben presto trasferitosi con la famiglia a Mandello dopo avere abitato per alcuni anni a Milano, scomparso nel gennaio 2008 all’età di 72 anni – è ben presente nei ricordi di numerosi appassionati.
All’inizio del 2014 suo figlio Franco – 42 anni, architetto di professione e una passione per la motocicletta trasmessagli proprio dal padre, che nel 1988 lo volle con sé in un viaggio che li portò a girare tutta l’Italia in sella a due cinquantini – aveva lanciato alla Piaggio un’idea: sponsorizzare un suo viaggio in solitaria proprio in ricordo dell’impresa di papà Roberto di mezzo secolo fa. Alla fine la scelta era caduta su un coast to coast negli Stati Uniti, un tour destinato a partire da New York per concludersi a Los Angeles.
I chilometri da coprire avrebbero dovuto essere 5.700 ma in realtà Patrignani di chilometri ne “macinò” ben 2.000 in più essendosi concesso, rispetto appunto al classico coast to coast, una serie di deviazioni che lo portarono fino in Canada, alla Monument Valley (al confine tra Utah e Arizona), al Grand Canyon e al Sequoia National park, nel Sud della Sierra Nevada, oltre che a Las Vegas. Il tutto in sella a una Vespa GTS modello 300 cc. nuova fiammante che la Piaggio America gli aveva fatto trovare a New York.
Patrignani percorse in media 420 chilometri al giorno a una velocità che nella maggior parte del tragitto raggiunse i 130 chilometri orari (l’equivalente di 80 miglia orarie), sempre su strade asfaltate fatta eccezione per brevi tratti di sterrato.
Nata all’indomani della seconda guerra mondiale come mezzo di trasporto individuale, Vespa è del resto diventata ben presto (e si è imposta nei decenni) come simbolo di libertà e avventura. Compagna inseparabile delle prime gite fuoriporta nel primo dopoguerra, poi testimone dei riti di passaggio di intere generazioni di giovani europei e oggi simbolo di distinzione e di emancipazione anche nei più lontani Paesi asiatici, Vespa è da sempre l’intrepida protagonista delle avventure di un gran numero di viaggiatori e di molti esploratori che hanno affrontato vere e proprie imprese sugli itinerari più incredibili.
Vespa è in effetti il veicolo ideale per viaggiare con lentezza e in assoluta libertà, grazie alle sue doti di maneggevolezza, affidabilità e facilità di personalizzazione. Ogni viaggio in Vespa è sempre stato un’avventura unica e originale, compiuta con il desiderio di macinare chilometri con inesauribile curiosità. E così, grazie a migliaia di viaggiatori, Vespa ha solcato le strade dei cinque continenti e continua a farlo consolidando il forte senso di appartenenza di una comunità di globetrotter sempre più numerosa e appassionata.
In occasione dei 70 anni di Vespa (nata il 23 aprile 1946, con il primo brevetto ufficialmente depositato) il mito del viaggio in sella allo scooter più amato e diffuso nel mondo viene celebrato da una grande mostra fotografica che, allestita negli spazi del Museo Piaggio di Pontedera, sarà inaugurata come detto venerdì 22 aprile, per poi rimanere aperta al pubblico fino al 4 giugno.
La mostra, aperta anche nei giorni 23, 24 e 25 aprile, osserverà gli orari del Museo Piaggio (dalle 10 alle 18).
Il percorso della mostra prende le mosse dall’esposizione di una selezione di Vespa protagoniste di alcuni tra le più grandi imprese di viaggio compiute da Vespa. Alcuni di questi modelli sono già patrimonio della collezione permanente del Museo Piaggio, altri arrivano per l’occasione da collezioni private.
Tra i gioielli in mostra si segnalano la Vespa protagonista del “giro del mondo in 79 giorni” degli studenti spagnoli Antonio Veciana e Santiago Guillén, firmata a Cadaques da Salvador Dalì nel 1962, la Vespa 150 con cui Roberto Patrignani compì come è stato ricordato, nel 1964, il raid Milano-Tokyo e le PX protagoniste delle straordinarie avventure dello scrittore Giorgio Bettinelli che – tra gli anni ’90 e l’inizio del nuovo millennio – fu protagonista di viaggi incredibili in Vespa: dall’Alaska alla Terra del Fuoco, dal continente australiano al Sudafrica fino al viaggio dei viaggi, il giro del Mondo overland con partenza da Capo Horn e arrivo in Tasmania.
Una parte fondamentale della mostra è frutto della raccolta delle testimonianze di viaggio lanciata dalla Fondazione Piaggio attraverso i canali social con l’obiettivo di coinvolgere direttamente i viaggiatori di oggi, allo scopo di renderli i veri protagonisti dell’esposizione.
L’allestimento della mostra, a cura dell’architetto Enrico Agonigi, già curatore di importanti mostre per la Fondazione Piaggio, sarà reso spettacolare dalla presenza di proiezioni che valorizzeranno in maniera emozionale il materiale raccolto.