LECCO – Riceviamo e pubblichiamo la nota di Enpa, Lav e Zampamica sulla vicenda del canile di Lecco e la sua chiusura. A breve le associazioni potrebbero costituire un comitato promotore per la realizzazione di un parco che interagisca con il territorio e che sia in grado di affrontare le emergenze che riguardano tutti gli animali.
“Con il trasferimento degli ultimi cani nel corso del mese di dicembre si è conclusa la travagliata vicenda del canile municipale di Lecco, la cui ultima fase era iniziata nell’autunno del 2013, quando alle Associazioni animaliste operanti in Lecco e provincia ENPA, LAV e ZAMPAMICA era giunta la notizia dell’intenzione dell’Amministrazione comunale di Lecco di concludere l’attività del canile municipale del capoluogo di provincia.
La motivazione era di carattere eminentemente economico: l’ASL aveva ingiunto all’Amministrazione comunale di mettere a norma alcuni box e alcune strutture frequentate dai dipendenti e dai volontari; questo richiedeva un impegno finanziario che l’Amministrazione comunale di Lecco non intendeva sostenere.
Le tre Associazioni animaliste sopra citate, confortate dal parere di esperti cinofili della SIUA, l’affermata Scuola di interazione uomo- animali del prof. Marchesini, si erano dichiarate contrarie a simile decisione che avrebbe coinvolto cani per lo più anziani ( alcuni molto anziani) in non buone condizioni di salute , abituati a relazionarsi con le stesse persone da anni e che quindi avrebbero subito un traumatico mutamento di luogo e di abitudini. Per di più la chiusura del canile avrebbe significato il venir meno di un servizio pubblico di indubbia utilità per il territorio.
Se era vero che la situazione logistica del canile presentava molte problematicità, la soluzione non era certo quella di trasferire i cani e di interrompere un servizio, ma quella di mettere a norma quanto non lo era e di pensare da subito alla realizzazione di un parco canile che seguisse i dettami della teoria zooantropologica .
Questa la posizione delle Associazioni scriventi, che avevano raccolto su tale proposta l’appoggio dell’opinione pubblica evidenziato dal successo della petizione indirizzata al sindaco di Lecco.
La questione aveva poi visto nel corso del 2014 alterne vicende: in un primo tempo l’Amministrazione comunale di Lecco, nella persona dell’assessore di riferimento, aveva concordato con le tre Associazioni animaliste un intervento di ristrutturazione del canile di via Rosmini; quando le Associazioni animaliste avevano presentato un progetto e sembrava che si potessero arrivare ad un accordo preliminare all’inizio dei lavori, l’ASL aveva negato di procrastinare la deroga temporale necessaria all’effettuazione dei lavori stessi e, contemporaneamente, veniva meno la disponibilità dell’Amministrazione comunale di Lecco a finanziare il progetto.
Anche le osservazioni al Piano di Governo del Territorio (PGT) presentate dalle tre Associazioni scriventi che individuavano alcune possibili ubicazioni in Lecco di un parco canile venivano rigettate dal Consiglio comunale di Lecco.
Infine non ha trovato seguito concreto l’ipotesi di mantenere aperta una mini struttura , sia per evitare il trauma del trasferimento ai cani più problematici, sia per rispondere sul territorio ad eventuali emergenze (cani smarriti, maltrattati, abbandonati o rimasti soli per la morte dei proprietari ecc…).
Da giugno a dicembre è avvenuto il trasferimento di quei cani, che, nel frattempo, non avevano trovato adozione e, con la chiusura del canile, si è realizzata l’eliminazione di un servizio pubblico.
Sulla situazione dei cani trasferiti dall’ ex Canile municipale le Associazioni scriventi chiederanno informazioni ai responsabili dei canili di destinazione per conoscere e seguire la situazione dei cani stessi, interpretando anche una esigenza dei volontari che per lungo tempo e amorevolmente sono stati a loro vicini.
ENPA, LAV e ZAMPAMICA ritengono doveroso ringraziare tutti quei cittadini che hanno seguito puntualmente e con partecipazione la vicenda e che hanno risposto con entusiasmo e speranza alle iniziative proposte, dimostrando sensibilità d’animo , senso civico e attenzione ai diritti degli ultimi, dando voce a chi voce non ha”.