LECCO –Tre fiaccolate che convergono in un unico luogo, 3 fiaccole che si accendono in un unico braciere, simbolo di un grande abbraccio che coinvolge tre parrocchie: Belledo, Germanedo e Caleotto. È questo lo spettacolo che, giovedì sera, presso il Parco Eremo, ha dato il via “A braccia aperte” festa della comunità pastorale Madonna della Rovinata.
Alle 20 di giovedì 3 fiaccole sono partite dalle tre parrocchie di Belledo, Germanedo e Caleotto per poi congiungersi al Parco Eremo, dove hanno acceso un grande braciere.
“La festa della comunità pastorale si svolge da tre anni – spiegano gli organizzatori – quest’anno, per sottolineare il tema ‘a braccia aperte’ abbiamo voluto organizzare questa fiaccolata, simbolo di un grande abbraccio che riunisce le nostre tre parrocchie”.
Una festa per unire le famiglie , in un momento di allegria e grande spettacolo, grazie agli artisti del “Teatro dell’Aleph” che hanno incantato grandi e piccini con uno spettacolo infuocato.
“Dobbiamo immaginarci questa festa come organizzata da Gesù – ha spiegato Don Alberto Capellari parroco di Germanedo – noi dobbiamo rispondere alle iniziative di nostro signore, dobbiamo essere orgogliosi del nostro Padre e ricordarci dei suoi insegnamenti e metterli in pratica nell’accoglienza del prossimo. Solo nella sua missione – ha concluso Don Alberto – il cristiano riconosce la sua fede e scopre il vero significato di essere cristiano”.
Una festa patronale iniziata con il botto, moltissime infatti le persone che si sono radunate vicino all’arena del parco Eremo, per poter ammirare gli artisti alle prese con salti di corde infuocate, bastoni infuocate e danze a ritmo di tamburi.La festa continuerà fino al 11 settembre presso l’oratorio di Germanedo, tanti gli appuntamenti in programma e tutte le sere dalle 19.30 sarà disponibile il servizio di cucina, griglia, bar e piadineria.
Sabato 11 l’evento più atteso, la Runvinata Skyrace (850 i partecipanti all’edizione 2015) gara di corsa in montagna non competitiva aperta a tutti su tre diversi percorsi che partono dalle ultime case dei rioni lecchesi per arrivare fino ai 1241 m del Magnodeno, sotto l’imponente bastionata del Resegone.
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