LECCO – Ha soli 16 anni e il rap è la sua vita da quando ne aveva appena otto: le prime rime, poi le canzoni, le sale di registrazione, i video e i concerti, un sogno che si sta realizzando per Emanuele Battazza che questo sabato aprirà a Roma il concerto di MadMan, artista noto del panorama hip hop italiano.
Una grandissima occasione per giovane di Lecco, che vive con la famiglia ad Acquate, ottenuta grazie al concorso milanese tra rapper emergenti vinto la scorsa settimana al Barrio’s Café a Barona, “il quartiere di Marracash” ci dice entusiasta Emanuele, alias, Batti Batta, il suo nome di ‘battaglia’ quando solca il palco.
“Ora mi chiamano solo Batti, anche nella vita quotidiana – racconta Emanuele – ho scelto questo nome ispirandomi a quello di Fabri Fibra, uno dei primi rapper che mi hanno fatto appassionare a questo genere di musica, insieme ai Club Dogo, Nesli e Marracash appunto”. E pensare che era poco più che un bimbo quando l’hip hop ha bussato alla sua porta, grazie ai CD ascoltati dalle sue sorelle maggiori.
“Alle elementari già scrivevo delle poesie in rima, è una passione che ho sempre avuto, il rap mi ha fatto capire che quei versi potevano trasformarsi in canzoni – racconta il 16enne – prendo penna, carta e mi faccio trasportare, senza pensare prima al tema di cui parlare. Sono molto introspettivo, mi guardo dentro quando scrivo e mi piace mettermi in gioco, vedere dove posso arrivare sia nelle rime che nella struttura dei componimenti, a volte guardo alla tecnica, altre al contenuto, scrivo di sogni e cose che mi piacciono, dolori e sentimenti, della voglia di ‘spaccare’ o semplicemente quella di fare musica”.
Erano oltre cento i giovani artisti come lui che si sono esibiti nel contest dello scorso 21 gennaio a Milano; in tre sono stati scelti per inaugurare il concerto di domenica nella Capitale. “Per me è una grandissima soddisfazione. Avevo partecipato ad un altro concorso sempre al Barrio’s, ero arrivato quarto. Questo vuol dire che con la costanza si riescono a raggiungere gli obiettivi che ci si pone. So che solo sono i primi passi ma per un ragazzo come me, partito da zero, è stupendo essere arrivato già qui”.
L’adrenalina non manca ogni volta che sale sul palco e inizia a muoversi, ritmando le sue parole con mosse di rap come le star più grandi di lui: “La prima volta è stata nel 2013, a 12 anni, al concerto organizzato in piazza Garibaldi dal MiSol, lo studio musicale dove mi recavo a incidere le canzoni. Ho avuto un vuoto di memoria poco prima che iniziassi a cantare, poi mi sono lasciato andare. Provo più imbarazzo a cantare davanti a due persone anziché di fronte alle persone sotto il palco ad un evento”.
E se il rap è una passione, la scuola è un impegno che Emanuele non trascura: “Sono al terzo anno dell’istituto Bertacchi e non sono mai stato bocciato. Sono felice perché so che i miei genitori ci tengono che vada bene a scuola ed anche per questo mi appoggiano volentieri nell’inseguire i miei sogni”.