Cittadinanza civica per 11 bimbi. “L’integrazione la facciamo noi”

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LECCO – “Io sono un bambino, ora vivo in Italia”. Basterebbero le parole di questo giovanissimo alunno della scuola elementare di Germanedo a racchiudere il messaggio della cerimonia che si è svolta martedì pomeriggio in municipio a Lecco, la consegna delle cittadinanze civiche che il Comune ha destinato a bimbi e ragazzi, figli di stranieri ma nati in Italia e residenti nel capoluogo.

L’occasione, anche quest’anno, è Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, che si è celebrata il 20 novembre, data in cui ricorre l’anniversario dell’approvazione della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia.

A Lecco quest’anno hanno ricevuto l’attestato undici bimbi, otto dei quali nati all’ospedale di Lecco e quattro all’ospedale di Cantù.

“Non è solo un momento di festa con i bambini e le loro famiglie, la consegna delle cittadinanze civiche non ha valore legale ma è un riconoscimento che vogliamo offrire a voi, che vivete nel nostro territorio, frequentate le nostre scuole. L’integrazione la facciamo insieme a voi” ha sottolineato il vicesindaco Francesca Bonacina aprendo la cerimonia. Con lei anche la consigliera comunale Monica Coti Zelati e gli assessori Gaia Bolognini e Salvatore Rizzolino.

Un’iniziativa che riguarda un tema, quello dell’immigrazione, più che mai d’attualità anche sul nostro territorio, dall’accoglienza dei richiedenti asilo al dibattito sullo Ius Soli.

Eppure, basta uno sguardo agli studenti delle scuole lecchesi che hanno preso parte all’evento in municipio, e le loro classi miste di origini e culture, per rendersi conto che tra i più giovani il fenomeno è già cosa superata.

Sono nata cittadina, con doveri e impegni” dice un’alunna della scuola Sauro, prendendo parola insieme ai compagni di classe “Essere cittadino vuol dire rispettare la mia città e rispettare gli altri”. “Amo la natura e non butto le cartacce a terra, le raccolgo e dimostro l’amore per il posto in cui vivo” sono alcuni dei pensieri che gli studenti hanno letto nella gremita aula consiliare.

Coinvolti nell’iniziativa anche gli istituti Bertacchi, Parini e gli alunni delle scuola media Ticozzi che hanno ricordato i diritti sanciti dalla carta dell’Onu, letto biografie di personaggi che, per quei diritti, hanno lottato, come l’attivista pakistana Malala Yousafzai, premio Nobel per la pace 2014.

“La maestra dice che sono un ponte tra due culture – dice un alunno –  ma io mi sento solo un bambino”.