LECCO – Produciamo meno rifiuti rispetto al 2014, con un calo anche dell’indifferenziato, ma per la raccolta differenziata c’è ancora tanto da fare per paragonarci ai Comuni virtuosi: questo è quanto emerge dai dati 2015 relativi alla produzione di rifiuti a Lecco, diffusi giovedì sera durante la commissione consiliare in municipio.
Complessivamente i lecchesi lo scorso anno hanno prodotto 22,83 mila tonnellate di spazzatura, praticamente 475 chili per abitante. Ad avere il “peso” maggiore sono i rifiuti indifferenziati (8,25 mila tonnellate) e il sacco viola (3,6 mila tonnellate) e l’umido (3,47 mila tonnellate) ovvero le tre tipologie di monnezza che vengono raccolte casa per casa, nei giorni di ritiro.
Segue il vetro (1,9 mila tonnellate), la cui raccolta con il bidoncino è entrata operativa nel maggio del 2014 e che si è mantenuto stabile in termini di quantità di rifiuti prodotti in questi due anni.
Lo stesso vale per il sacco viola mentre un calo nelle tonnellate raccolte si è registrato invece per i rifiuti indifferenziati (erano 8,63 mila tonnellate nel 2014) con una quantità per abitante scesa dai 179 kg del 2014 agli attuali 171 kg pro capite.
Dati ben lontani dal virtuosismo di altri capoluoghi e comuni italiani che sono riusciti a ridurre la quota di rifiuto indifferenziato a 100 kg per abitante. Lo sa bene il consigliere comunale dei Cinque Stelle di Lecco, massimo Riva che giovedì è intervenuto in aula presentando l’ordine del giorno condiviso con il consigliere Ivano Donato, Albergo Anghilieri e con il gruppo della Lega, che ha fatto sapere di appoggiare il provvedimento:
“Con il 55% di raccolta differenziata, Lecco è ancora distante dall’obiettivo del 65% – ha spiegato Riva – Chiediamo a Silea che venga effettuata un’analisi sugli scenari attuali e sugli interventi per migliorare la gestione dei rifiuti, prendendo a modello quei Comuni che hanno raggiunto risultati importanti. Ridurre l’indifferenziato significa creare risparmi di spesa al cittadino se pensiamo che paghiamo a Silea 116 euro circa a tonnellata per smaltirlo, contro i circa 74 euro a tonnellata per i rifiuti differenziati”.
L’ordine del giorno mette ancora una volta in guardia rispetto al progetto del teleriscaldamento con il quale Silea punta a trasformare l’inceneritore di Valmadrera in un termovalorizzatore in grado di produrre energia dalla combustione dei rifiuti.
Un progetto bollato come “poco realistico” dal consigliere Donato e “improbabile” dal consigliere leghista Stefano Parolari che ha richiamato il caso dell’inceneritore bresciano, in gara per accaparrarsi i rifiuti campani per mantenere in funzione il forno. E’ proprio la necessità di importare immondizia da altre province a preoccupare soprattutto il coordinamento ambientalista che ha già espresso la propria contrarietà all’iniziativa lecchese.