LECCO – Buona la prima per l’atteso film documentario “Ragni, 70 anni di storia”, proiettato in Piazza Garibaldi ieri sera, martedì 21 giugno nell’ambito della manifestazione Cinema in Piazza di Ltm. Tantissimi i lecchesi che hanno voluto presenziare all’evento, con un tutto esaurito per i posti a sedere disposti per l’occasione e una piccola folla tutto intorno che non ha demorso nonostante l’imprevisto tecnico che poco dopo l’inizio della pellicola ha costretto ad una breve interruzione della visione.
Dopotutto, l’attesa era tanta e già la prima del film diretto da Filippo Salvioni (assente ieri sera) aveva dovuto scontrarsi con la sorte che l’8 giugno scorso, data inizialmente prevista per la proiezione, aveva riservato brutto tempo costringendo il gruppo a rimandare la visione.
L’estate lecchese si è aperta col ricordo di una storia avventurosa, intensa e in costante evoluzione, quella dei Ragni della Grignetta, o “maglioni rossi”, cominciata nel lontano 1946 per opera di Giulio e Nino Bartesaghi, Franco Spreafico, Emilio Ratti e Gigino Amati, ai quali si aggiunge poco dopo Gigi Vitali, il primo come ricordato ad essere soprannominato “ragno” da un altro grande alpinista, Tita Piaz.
Attraverso una carrellata di immagini e video recuperati con non poco sforzo “archivistico” il giovane Salvioni ha così ricostruito in un’ora e 40 minuti i 70 anni di storia del gruppo alpinistico che ha contribuito a portare il nome di Lecco in giro per il mondo. Passati in rassegna attraverso interviste dirette ai suoi protagonisti le principali spedizioni di eco internazionale come la salita al McKinley nel 1961 di Cassin, Luigino Airoldi, Gigi Alippi, Jack Canali, Romano Perego e Annibale Zucchi, il Cerro Torre nel ’74 (spedizione guidata da Casimiro Ferrari), la prima salita del pilastro est del Fitz Roy di Casimiro Ferrai e Vittorio Meles e tante altre avventure patagoniche.
E poi ancora gli anni ’80 e ’90 con il nuovo stile di arrampicata libera e sportiva che tra gli altri a Lecco vede il forte contributo di Marco Ballerini, e le imprese del giovane Lorenzo Mazzoleni, sull’Everest nel 1992 e sul K2 nel 1996, anno della sua morte (fatale la discesa).
Spazio ai giovani del gruppo, Matteo Della Bordella, Luca Schiera e Matteo De Zaiacomo, attualmente in Terra di Baffin con i due fuoriclasse Favresse e Villanueva per destreggiarsi in libera sulle ampie pareti dell’isola, così come alle promesse future, tra cui il 17enne Stefano Carnati, già campione del mondo giovanile di arrampicata e fresco del primo tiro di 9a della storia, Action Directe, aperto da Wolfgang Gullich sulle torri del Frankenjura.
Davvero tante le emozioni emerse durante la serata, che per un’ora abbondante ha trasportato i lecchesi in alto, su quelle montagne a volte amiche e a volte severe, spesso faticosamente conquistate.
“L’unico diktat dato al regista è stato quello di non essere troppo retorico né troppo auto-celebrativo nel raccontare questa storia, non volevamo eccessiva euforia o al contrario nostalgia ma solo ripercorrere 70 anni di passione e amore. Speriamo di esserci riusciti” ha commentato il presidente del gruppo Fabio Palma.
“I Ragni sono un’eccellenza di Lecco e del suo territorio – ha detto il sindaco Virginio Brivio – e la tradizione alpinistica è da sempre un interesse che l’amministrazione intende preservare. Ricordo che domenica, giorno della festa del Lago, verrà inaugurato l’Osservatorio Culturale della Montagna a Palazzo delle Paure, un allestimento che vuole ricordare e celebrare una storia di cui siamo fieri”.